Madesimo: altro pirata sugli sci. Il racconto della vittima

Madesimo

Anche nella giornata di ieri gli infortuni sugli sci non sono mancati, per quanto in numero più contenuto, 11, e meno impattanti di quanto accaduto sabato, quando sulla pista Lago Azzurro di Madesimo ci è scappato un altro investimento con omissione di soccorso.

Un classico di questa stagione invernale, perché è da quando è partita che ci troviamo a riferire episodi di questo tipo e in alcuni casi anche con gravi conseguenze per le vittime. Non è questo il caso, per fortuna, perché lo sciatore caduto ha riportato una botta coi fiocchi, ma null’altro, però, è rimasto molto male per quanto accaduto e lo ha voluto raccontare via social.

«Io a terra a capire se mi fossi spaccato qualcosa dato che ho picchiato una testata secca sulla pista (santo casco) e lui che fa? Sbraita per dire che seguiva la sua linea... una linea su una pista solo cunette dove ovviamente chi ti precede, cioè io, non può andare dritto. E mentre sono a terra prende e se ne va pacificamente...».

Così si è espresso su Facebook Davide Colombo, di Milano, che sabato era salito a Madesimo per una giornata sugli sci, splendida sotto ogni punto di vista, fino alle 15.45, quando è avvenuto il forte impatto.

«Mi trovavo appena prima del tratto finale della Lago Azzurro - dice Colombo - su una pista che era, ormai, tutta gobbe. Io ero al centro che andavo piano, tra una gobba e l’altra, quando mi è arrivato contro questo tizio che mi ha colpito sugli scarponi sul lato sinistro e sono andato giù secco, picchiando la testa sulla parte sinistra. Se non avessi avuto il casco non so come sarebbe andata a finire... Ma la cosa brutta è il dopo. Quando, tramortito, che non riesci a capire nemmeno se sei vivo o se sei morto, ti trovi a discutere con persone che sbraitano e pensano solo a discolparsi. A dire di aver ragione e che sei tu, nel torto. Io, francamente, sabato, dopo la caduta non capivo più niente, e penso che se la persona si fosse scusata e si fosse sincerata delle mie condizioni mi avrebbe fatto piacere e mi sarei messo più tranquillo. Invece, lì da soli ci si sente impotenti. Non è accettabile che accadano queste cose e che non si venga soccorsi da chi ti investe. Io non ho avuto grossi problemi, perché ho rimediato un trauma, ed è finita lì. Però non a tutti va bene. C’è gente che finisce in ospedale, deve subire interventi e altro ancora. Per cui, secondo me, nei periodi di massima affluenza, nei fine settimana, qualche controllo in più sulle piste, con tanto di multe e allontanamenti non sarebbe male».

I controlli, invero, ci sono pure, perché fra Carabinieri e Polizia sono impegnati non poco da inizio stagione sulle piste da sci di tutta la provincia di Sondrio. Solo ieri è giunto il report dei Carabinieri che parla di 200 servizi da inizio anno, 105 interventi di soccorso e di numerose infrazioni rilevate, proprio sul tema velocità in primis.

E in un solo fine settimana, quello di metà febbraio, la Polizia di Stato aveva rendicontato qualcosa come 97 interventi di soccorso per incidente, con 121 persone identificate e 17 sanzionate. Si può intuire, quindi, la dimensione del fenomeno che è vasto, molto presente e difficile da prevenire in toto stante la vastità del dominio sciabile della nostra provincia.

Vale la pena indossare tutte le protezioni possibili, casco in primis, e talvolta guardarsi un poco alle spalle, considerato che chi dovrebbe guardare davanti a se o lo fa molto poco o non lo fa abbastanza.

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