Cronaca / Valchiavenna
Sabato 05 Giugno 2021
Lega, Crosio è fuori
Negata la tessera
«Non sono allineato»
Militante della prima ora, più volte parlamentare, Crosio non è stato ammesso al partito
Non un’espulsione, non come nel caso dell’ex senatore Fiorello Provera cacciato nel 2017 perché, in disaccordo con la linea di Matteo Salvini, si dichiarò a favore del referendum costituzionale peraltro dopo avere appoggiato Gianni Fava alla segreteria, semplicemente una non ammissione. Il risultato però è lo stesso: Jonny Crosio è fuori dalla Lega di Salvini.
E’ stata bocciata direttamente dal Federale la richiesta di tesseramento al movimento da parte di Crosio, leghista della prima ora, autonomista convinto, già assessore provinciale della giunta Provera, con un passato in Parlamento (eletto alla Camera nel 2008 e al Senato nel 2013). A darne notizia, en passant in una nota sul tesseramento, il commissario del partito provinciale, Fabrizio Turba.
«Sul territorio della provincia di Sondrio si sono presentate importanti novità - si legge, tra l’altro - : abbiamo ricevuto moltissime nuove adesioni da parte di cittadini valtellinesi; l’ex sindaco di Villa di Chiavenna, la nostra Silvana Snider è stata eletta deputato, e, infine, non è stata accolta l’adesione dell’ex senatore Jonny Crosio al movimento».
Come nel caso di Provera anche in questo nessuna comunicazione o spiegazione ufficiale al diretto interessato. «Già un mesetto fa ero stato avvisato da qualcuno degli amici che ho ancora nella Lega che tra le nuove tessere la mia non c’era - dice Crosio -. Avevo intuito che il Federale avesse deciso di non rinnovare la mia iscrizione, ma a tutt’oggi non ho ricevuto ancora alcuna comunicazione. Sarebbe bello conoscere i capo d’imputazione» ci scherza su.
Di certo alcune uscite contro Fontana, Turba e Sertori non sono passate inosservate, così come la sua presenza un anno fa sul palco della manifestazione di Sondalo a sostegno del Morelli e contro il riordino della sanità provinciale disegnato su mandato della giunta lombarda.
«Non sono innamorato della nuova linea del movimento e non ne ho fatto mistero - dice Crosio -. Non mi piace il modo in cui viene gestito il partito secondo cui chi si allinea va avanti e chi esprime un’opinione diversa va a casa. Ho sempre creduto nel confronto delle idee, delle opinioni. Agli inizi degli anni Novanta andavo a casa di Miglio, dibattevo con lui, diceva che avevo la testa dura, ma era possibile parlare. La stessa cosa con Bossi. Adesso invece Salvini si circonda solo di yes men. Io, per fortuna, ho il mio lavoro e non ho mai fatto politica per denaro per cui posso permettermi di esprimere ciò che penso».
M.Bor.
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