Le seconde case
Unica “speranza”
di queste vacanze

Il sindaco di Bormio: «Un po’ di gente c’è Speriamo che tutti si comportino con responsabilità»

Un po’ di gente è arrivata, in questo ultimo fine settimana “libero”, altri - i proprietari di seconde case residenti in Lombardia - sono attesi nei prossimi giorni per delle vacanze natalizie davvero senza precedenti. Senza impianti da sci, con molti negozi chiusi, bar e ristoranti quasi, il coprifuoco serale, e il tutto ovviamente rispettando distanze e prescrizioni.

Una situazione inedita in un quadro generale molto difficile per il settore turistico. «In Valfurva la situazione è drammatica - dice il vicesindaco Luca Belotti - probabilmente avremo un certo afflusso alle seconde case, ma bar e ristoranti chiusi potrebbero disincentivare pure quello».

Belotti, non usa mezzi termini e parla di disastro per questa stagione invernale. «Non ritengo di dover fare raccomandazioni ai miei compaesani o a chi raggiunge la Valfurva – prosegue Belotti – anche perché siamo bombardati ogni giorni da divieti, trovo irrispettoso nei confronti dell’intelligenza delle persone perseverare con questi discorsi. Per questo motivo, non nutro preoccupazioni in proposito. Spero - dice il vicesindaco - che i proprietari delle seconde case ci raggiungono, ma non si può dire, tutte queste chiusure ci penalizzano ulteriormente e non incentivano i villeggianti a venire da noi. Quello che è certo è che la situazione dal punto di vista economico in Valfurva è drammatica».

Per il sindaco di Bormio, Roberto Volpato, ha una visione un po’ più rivolta all’attenzione alle regole. Parlare di preoccupazione forse è eccessivo, ma la speranza è che chi arriva da fuori rispetti le disposizioni.

«Ieri (sabato per chi legge) un po’ di gente si è vista in paese – premette Volpato – e anche domenica sono uscito, ci sono turisti ma non tantissimi per il momento. Qualcuno probabilmente arriverà, e per noi è certamente un bene, ma che dipende molto dal comportamento e dalla responsabilità di queste persone».

Evitato il pericolo di assembramento sulle piste da sci, chiuse almeno fino al 6 gennaio, resta il rischio che nel centro bormino si ritrovino troppe persone.

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