
Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 09 Gennaio 2019
La statale 36 chiusa a Montespluga
“Esulta” il comitato Traforo Mesolcina
Gli accumuli di neve portata dal vento decretano lo stop alla circolazione in quota. Guanella: «Un tunnel di cresta non sarebbe raggiungibile e questa chiusura ne è la prova».
Statale 36 chiusa lunedì per i pericoli creati dal forte vento e il Comitato per il Traforo della Mesolcina torna a far sentire la propria voce per dimostrare quanto sarebbe inutile - secondo il gruppo guidato dall’ex sindaco di Campodolcino Giuseppe Guanella - il traforo sommitale dello Spluga. Impossibile da raggiungere se la strada, come spesso capita durante l’inverno, viene chiusa più a valle da Anas. «La befana a noi del traforo della Mesolcina – commenta ironicamente in una nota diffusa in questi giorni Guanella - ha fatto un grandissimo regalo sostenendo, purtroppo per gli operatori turistici di Montespluga, pienamente le nostre tesi. Ai sostenitori del traforo di cresta dello Spluga, detto anche sommitale, ha portato solo carbone».
Una tesi sostenuta più volte anche in passato per far decollare il proprio progetto a discapito di quello che collegherebbe alla Svizzera molto più in alto. «Nella relazione-proposta di massima, presentata in qualità di sindaco di Campodolcino il 30 giugno 2015 all’assessore alla mobilità di Regione Lombardia ribadivo come la difficoltà di accesso allo Spluga fosse non solo determinata dalla quantità di neve che scende dal cielo, ma soprattutto dai pericoli derivanti dagli accumuli di neve portata dal vento che spesso si formano subito dopo il passaggio dei mezzi sgombra-neve».
I due progetti sono sul tavolo del presidente della Provincia di Sondrio. Proprio recentemente i sindaci della valle hanno chiesto ai nuovi vertici provinciali di prendere una decisione in merito e portare avanti le proposte progettuali nelle sedi opportune. Bisogna vedere quanto è reale l’interesse della Svizzera. In questo senso il sindaco di Mesocco proprio recentemente non è parso troppo scaldato sull’ipotesi di traforo della Mesolcina, per la verità. Il comitato, comunque, non demorde, mettendo sul piatto anche le 1561 firme raccolte durante lo scorso anno. «Questi pericoli sono ampiamente conosciuti non solo da noi ma soprattutto da quelle persone che hanno firmato per il “Traforo San Luigi Guanella” (così è stato chiamato il progetto della Mesolcina n.d.a.). Sono invece sconosciuti solo ai sostenitori del “Traforo di Cresta” che si ostinano a voler far passare i frontalieri , i traffici commerciali e i turisti da una strada che, a causa della neve portata dal vento, si chiude a Boffalora, piccola località a valle di Montespluga sita a 1908 metri di altitudine. Speriamo che questo non raro evento possa far riflettere qualcuno».
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