Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 07 Dicembre 2017
La posta non arriva, l’ira dei sindaci
«Ci avevano garantito una soluzione»
Primi cittadini sul piede di guerra di fronte allo stallo della corrispondenza
Tarabini: «Molti cittadini non vedono da giorni il postino». Della Bitta: «Valuteremo il da farsi».
Posta che non arriva ormai da un mese in molte zone della Valchiavenna, con alcune situazioni paradossali. Sono i sindaci a farsi sentire, nuovamente, per sottolineare con una certa irritazione lo stallo in cui versa il servizio di distribuzione della corrispondenza in gran parte del comprensorio. Solo una decina di giorni fa il sindaco di Chiavenna, Luca Della Bitta, aveva scritto a Poste Italiane e al Prefetto per sollecitare una pronta soluzione dei problemi.
Non solo non è mai arrivata nessuna risposta da Poste Italiane. Le difficoltà non sono state risolte, anzi sono peggiorate. Assurdo quanto sta succedendo a Prata Camportaccio, ad esempio: «Molta corrispondenza - spiega il sindaco Davide Tarabini -, ad esempio quella delle associazioni, viene recapitata in municipio costringendoci a smistarla. Abbiamo decine di segnalazioni da parte di cittadini che non ricevono la posta, anche documenti importanti, da settimane».
Usa l’arma dell’ironia il sindaco di Piuro, Omar Iacomella: «Ridicolo il fatto che venga detto agli utenti di rivolgersi al sindaco per sollecitare la società a ripristinare il servizio. La prossima volta che vedrò su un giornale la pubblicità di Poste Italiane Spa, metterò anche il mio recapito diretto. Non si sa mai, magari è responsabilità dei sindaci anche il Banco Posta».
A fare il punto della situazione è Della Bitta: «Non abbiamo avuto risposte noi, ma non le ha avute nemmeno il prefetto. La situazione è scandalosa. È legittimo che Poste Italiane ampli il suo raggio d’azione verso altre attività, ma il suo compito principale rimane la distribuzione della corrispondenza. Invece abbiamo situazioni pesantissime. In tutti i comuni. La spiegazione secondo la quale i disagi sarebbero dovuti alla sostituzione di personale che ancora non conosce la zona non regge. Nei mesi scorsi abbiamo convocato due tavoli in Prefettura e allora i vertici lombardi dell’azienda ci avevano garantito che i problemi erano in via di soluzione. Così, evidentemente, non è. Credo che sia evidente il fatto che in giro ci siano troppo pochi postini. La popolazione attende documenti importanti, alcuni che prevedono scadenze. È inammissibile. Temiamo che la posta in giacenza in queste settimane si stia accumulando, anche in considerazione del fatto che siamo nelle settimane precedenti il Natale, quando storicamente c’è un incremento della posta in circolazione. Ora valuteremo se fare nuovi passi, magari rivolgendoci ai livelli superiori della società».
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