Il rogo alla Carcano di Delebio:
danni ingenti alle strutture

Sono in corso le indagini sulle cause. Gli esperti stanno analizzando in particolare un macchinario ed il sistema antincendio. Nessun ferito ma grande paura tra i 70 lavoratori del turno di notte

Nel vasto incendio che l’altra sera, dopo le 20,30, ha colpito l’importante impresa Carcano di Delebio, leader a livello europeo nella lavorazione dell’alluminio, non ci sono fortunatamente stati - come anticipato nell’articolo pubblicato nell’edizione di ieri de “La Provincia di Sondrio” - né morti, né feriti, ma unicamente un grosso spavento fra alcuni dei circa settanta operai del turno di notte in servizio nel momento in cui è divampato il rogo in quell’ala del capannone industriale, in tutta fretta abbandonata dai lavoratori che hanno provveduto, con tempestività, a lanciare l’allarme. Pompieri al lavoro In poco tempo il paese della Bassa Valtellina è stato raggiunto dai mezzi dei Vigili del fuoco del distaccamento di Morbegno, presto supportati dai volontari morbegnesi, e quindi dai colleghi effettivi del Comando provinciale di Sondrio, guidato da Alessandro Granata. In poco tempo, al lavoro, c’era una ventina di pompieri: una squadra di permanenti dalla città del Bitto con Aps (Autopompa di soccorso), due squadre di volontari morbegnesi con altri due mezzi, ossia una Aps e un’Abpa (Autobotte di soccorso che porta l’acqua), l’autoscala dal capoluogo valtellinese e, sempre da Sondrio, il carro bombole (quello che trasporta le bombole per le sostituzioni dei cosiddetti autoprotettori). A coordinare l’intervento il funzionario Fabrizio Tosatto.

Le indagini dei carabinieri della vicina caserma di Delebio e del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Chiavenna, comandata dal maggiore Giuseppe Antonicelli, sono alle battute iniziali e il magistrato di turno della Procura di Sondrio, Giulia Alberti, ha disposto l’immediato sequestro del grosso macchinario per la lavorazione dell’alluminio e dell’area immediatamente circostante, al fine di meglio concentrare gli accertamenti investigativi. Non si può, al momento, dire con certezza quale sia stata l’origine delle fiamme, ma al centro dei sospetti c’è il cattivo funzionamento di un grosso macchinario che utilizza petrolio lampante.

«Il macchinario per la trafilatura dell’alluminio - ha spiegato un esperto - è un macchinario che al suo interno ha del lubrificante, che serve a fare scorrere l’alluminio, sino a che la lastra abbia lo spessore desiderato, a volte più sottile, a volte meno». Il macchinario, durante la fase della delicata lavorazione, si sarebbe all’improvviso guastato, ma la cosa più grave - se fosse confermata dagli accertamenti - è che non avrebbe funzionato il collegato impianto antincendio: quando le fiamme, inizialmente basse, si sono sprigionate non sono dunque state fermate sul nascere e, in breve tempo, si sono propagate. E si sono alzate, sino a raggiungere la copertura del capannone: il tetto è costituito da pacchetti di lamiera isolante e il fuoco avrebbe, in pochi minuti, intaccato il materiale isolante con il risultato di distruggere l’intera copertura: ingenti i danni.

Carcano copre un’area complessiva di circa 40mila metri quadrati, mentre il capannone (solo qui la produzione è interrotta) interessato dall’evento ha una superficie di circa 2.500 mq: sono presenti per ogni turno circa 60/70 lavoratori e l’attività lavorativa si svolge 24 ore su 24, tranne la domenica dalle 12 alle 20. Già nella serata di giovedì, nella caserma dei carabinieri di Delebio, sono state raccolte dai militari le prime testimonianze dagli operai presenti nel momento dell’incidente. Il fuoco è stato domato, in modo definitivo, poco dopo le 23. Contattati gli uffici per potere parlare con un dirigente dell’azienda. «Nessuno, al momento - ci è stato risposto - è disposto a rilasciare dichiarazioni su quanto accaduto».

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