
Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 09 Dicembre 2016
Il grande cuore di Quarenghi si è fermato
Cinofilo e istruttore, si è occupato di soccorsi in tutte le parti del mondo colpite da calamità naturali.
«Carletto, il nostro Carlo Quarenghi, ci ha lasciato». Moltissimi chiavennaschi lo hanno saputo ieri all’ora di cena leggendo un messaggio pubblicato su Facebook da un amico. E per tutti è stata una bruttissima e inattesa notizia. Dopo un periodo difficile per motivi di salute, il decano dei soccorritori della Valchiavenna si era ripreso e spesso, partendo dalla zona di Loreto, usciva sia per dirigersi verso il centro di addestramento di Poiatengo, sia per una passeggiata in città. Nato a Bergamo nel 1938, si è occupato per decenni di cinofilia da soccorso nelle tre specializzazioni: catastrofi, superficie e valanghe. Un cinofilo e un istruttore di gradissimo rilievo.
Come cinofilo ha avuto sette cani tutti brevettati nelle tre specializzazioni ed è intervenuto in numerose calamità naturali in Italia e all’estero. Quando c’era bisogno, infatti, lui non si tirava mai indietro. Fra le tante operazioni alle quali ha partecipato si possono ricordare l’Irpinia del terremoto, ma anche le missioni a San Salvador, in Turchia e Armenia. In quest’ultimo caso anche il presidente sovietico Michail Gorbaciov si era recato all’accampamento di Quarenghi per ringraziare il team di soccorritori italiani. Nel complesso ha guidato e partecipato a centinaia di ricerche di persone disperse in montagna - l’alpinismo era una sua grande passione ed è stato anche capostazione del Soccorso alpino di Chiavenna - ed è stato in prima linea anche in numerose calamità in Valtellina, a cominciare dalle frane.
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