Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 04 Aprile 2018
Il fuoco non ha confini. I pompieri si esercitano con i colleghi svizzeri
Bregaglia, si punta a una sinergia nelle emergenze. «Il grande incendio dello scorso anno l’ha dimostrato. In questi casi c’è davvero bisogno di lavorare insieme».
«Prima si interviene e con più uomini lo si fa, meglio si affrontano le emergenze». È chiaro il pensiero del Comune di Villa di Chiavenna, che punta sulle sinergie con la vicina Bregaglia svizzera per affrontare incendi e altre calamità naturali. E dai Grigioni arrivano segnali concreti di disponibilità: al protocollo d’intesa siglato in passato con il Comune elvetico di confine si affiancano le sinergie fra i vigili del fuoco dei due Paesi.
La questione è tornata d’attualità proprio dopo un’esercitazione congiunta fra i pompieri di Bregaglia e i volontari del distaccamento di Mese, che si è svolta nelle scorse settimane nel territorio di Villa di Chiavenna. «L’iniziativa dei pompieri è esemplare ed esprime lo spirito di questa collaborazione, sancita da diverse anni da un documento che impegna le amministrazioni dei municipi di confine – sottolinea a questo proposito il sindaco di Massimiliano Tam -. C’è bisogno di lavorare insieme: lo ha dimostrato, un anno fa, l’incendio che ha devastato i boschi di Villa di Chiavenna e, spinto dal vento, si è avvicinato minacciosamente a Castasegna. In quell’occasione ci ritrovammo tutti insieme a programmare l’intervento per spegnere il rogo».
Proprio con questo spirito si è svolta l’esercitazione che ha visto impegnato personale dei due corpi. Tutti i mezzi erano rossi, ma ben diversi. Proprio come le targhe - Grigioni da una parte, Vigili del fuoco dall’altra -, il suono delle sirene e le divise. Anche le strumentazioni sono differenti e per unire i tubi dell’acqua svizzeri ai serbatoi italiani ci sono voluti degli adattatori. Ma l’obiettivo dei pompieri è lo stesso: difendere l’ambiente e soccorrere la popolazione in difficoltà. Sia sul territorio lombardo, sia nei Grigioni. Perché il fuoco, così come altre calamità naturali, non ha confini.
Le squadre, composte in totale da venti uomini, hanno organizzato un intervento finalizzato al contenimento di un incendio boschivo sopra la vecchia dogana di Villa di Chiavenna. Le finalità di questo tipo di azioni sono chiare, come sottolinea il comandante dei pompieri di Bregaglia Roland Valentin.
«Un primo obiettivo era la collaborazione tra di noi, per conoscere strumenti e metodi dei colleghi». L’intervento che era al centro dell’esercitazione si è svolto in due fasi. I vigili italiani e svizzeri sono saliti sopra Villa con i propri mezzi e hanno protetto le case. Poi hanno trasportato in quota l’acqua necessaria e hanno posizionato un bacino da ben 3mila litri.
Quest’iniziativa si è svolta grazie all’intraprendenza dei comandanti e al supporto dei volontari, che in Bregaglia sono ben settanta, ma non c’è una vera e propria intesa internazionale per rendere strutturale questa sinergia.
A questo traguardo aspirano i pompieri. «Il fuoco non ha confini - aggiunge Valentin -. Il numero degli uomini è limitato nelle vallate alpine di periferia ed è importantissimo che si riesca a lavorare insieme e ad aiutarsi, anche se al momento la nostra politica svizzera e quella italiana non riescono a ufficializzare l’accordo relativo all’attività che svolgiamo».
In Val Bregaglia si punta quindi su un accordo internazionale capace di regolamentare non soltanto a livello locale, ma negli enti superiori, questo tipo di sinergie, per renderle strutturate e pienamente efficaci. Non solo in caso di incendi, ma ad esempio per gravi incidenti stradali. «Siamo disponibili a portare avanti questo discorso», assicura da parte sua il sindaco di Villa Tam.
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