Cronaca / Valchiavenna
Domenica 20 Agosto 2017
Il franco non è più forte, ma il turismo tiene
Dimenticata la parità con l’euro che aveva portato dalla sera alla mattina a un aumento del 20% di stipendi, pensioni, depositi e prezzi per gli italiani. Adesso invece si sono persi più di cento euro ogni mille franchi.
Il franco fortissimo era stata la gioia dei frontalieri, che avevano subito preso d’assalto le banche della Bregaglia, della Valposchiavo e dell’Engadina per ritirare i risparmi e avevano visto crescere il valore del proprio lavoro. Ogni cinque mesi, questa era stata in pratica la novità, era come se arrivasse uno stipendio in più. Poi il vantaggio si era ridimensionato gradualmente. Mille franchi ora valgono poco più di 880 euro.
L’effetto del franco fortissimo, che aveva fatto tremare le regioni svizzere di confine per i problemi legati al turismo e le imprese del manifatturiero per le conseguenze sull’export, insomma, si è sostanzialmente ridimensionato.
«Quella di due anni e mezzo fa era stata una splendida sorpresa - racconta un giovane frontaliere chiavennasco che esprime una posizione comune a migliaia di altri lavoratori occupati oltre confine -. Poi è iniziata la discesa: con un salario di 5mila franchi c’è stata la diminuzione di circa 600 euro al mese. Senza dimenticare i soldi sul conto corrente: chi aveva somme rilevanti in franchi ha visto diminuire, negli ultimi mesi, il valore dei risparmi in modo sensibile».
La sofferenza non sta di certo qui, sia perché gli stipendi sono ben più elevati di quelli del Belpaese, sia perché le imposte alla fonte in Svizzera sono decisamente inferiori all’Irpef italiana.
Ma se per gli oltre cinquemila frontalieri della provincia di Sondrio gli anni migliori sono ormai alle spalle, per il turismo delle aree di confine - Tirano e Chiavenna - i contraccolpi non si sono fatti sentire. «Il cambio di inizio 2015 ha rappresentato un incentivo al turismo svizzero in Italia, il successivo recupero dell’euro non ha influito in modo significativo su un trend inverso» dicono gli operatori.
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