Cronaca / Valchiavenna
Sabato 15 Aprile 2017
«Ho la mia patente. Grazie al prefetto»
Dopo lunga attesa, a una chiavennasca le Poste avevano dato appuntamento per la consegna a Pasqua «Grazie all’articolo pubblicato da La Provincia ho ricevuto una telefonata dal dottor Scalia che ha risolto tutto»
É finita bene, ma c’è stato bisogno dell’intervento del prefetto Giuseppe Mario Scalia, la piccola odissea di Luisiana Aicardi.
L’ex insegnante chiavennasca nei giorni scorsi aveva lamentato una lunga serie di vicissitudini con le Poste. Vicissitudini che, di fatto, le avevano impedito di mettere le mani sulla sua patente. Con il paradosso di un appuntamento fissato per la consegna della busta per domenica 16 aprile. Il giorno di Pasqua. Non l’unico disguido, visto che la signora aveva anche segnalato altri disservizi riguardanti soprattutto una raccomandata difficile da ottenere.
«Martedì 11 aprile – racconta ora la signora - ho ricevuto una telefonata dalla segretaria del prefetto, che mi chiedeva di rimanere in linea per parlare direttamente con lui». Sulle prime, la signora Aicardi ha pensato ad uno scherzo telefonico, ma era tutto vero. «Il prefetto mi dice di aver letto l’articolo pubblicato su “La Provincia di Sondrio”, mi chiede i particolari di questi disservizi e gli spiego nel dettaglio la situazione. A quel punto mi dice che telefonerà subito alla direttrice della posta di Chiavenna e di tenermi vicino il cellulare». Una telefonata che non arriverà, ma solo per delle incomprensioni, durante la giornata.
«Il prefetto mi richiama e dice di aver parlato con la dottoressa Pecorari, direttrice Poste della provincia e con il dottor Scutiero, responsabile del recapito Poste Italiane di Sondrio e mi assicura che sarò richiamata per un aiuto proprio da quest’ultimo. Lo ringrazio e gli dico che vorrei informare il giornale del suo interessamento. “Non si preoccupi, non mi deve ringraziare, fa solo parte del mio lavoro” è la sua risposta»
Passa la nottata e tutto sembra andare per il verso giusto. Finalmente, perché la disavventura della chiavennasca è durata oltre due mesi: «Il giorno successivo, mercoledì, ricevo la telefonata del dottor Scutiero. Anche lui mi chiede il resoconto preciso dell’avventuroso vagare della mia patente. Si scusa per il mancato servizio, lo ringrazio e anche lui mi dice che è solo il suo dovere. Mi spiega il regolamento, semplice, per queste pratiche. L’impiegata avrebbe dovuto chiedermi solo giorno e ora in cui sarei stata a casa per consegnarmi la patente e si scusa per l’errore. Gli ho consigliato di esporre un cartello ben visibile con scritte le regole base».
Tutto è bene quel che finisce bene, insomma. La conclusione della signora Aicardi è positiva, ottimista e soprattutto volta a spronare la popolazione a evitare le lamentazioni e affidarsi a chi ha il compito di aiutare il cittadino. Un pensiero, e qui viene fuori l’insegnante, rivolto anche ai giovani: «La mia patente è arrivata. Non dobbiamo essere sempre negativi nei riguardi delle istituzioni. Quanto avvenuto dimostra che due alti personaggi, come il prefetto Scalia e il dottor Scutiero, se avvisati, si interessano e vogliono aiutarci. Quindi anche noi cittadini dobbiamo collaborare e fare conoscere i nostri problemi alle persone competenti. Ma il merito va anche al giornale che ha evidenziato il mio caso, pubblicando la mia lettera dell’11 aprile. I commenti negativi “in piazza” non solo non servono, ma sono dannosi, in particolare per i nostri ragazzi. Sono contenta, nelle mie sfuriate verbali e scritte, di non aver citato il nome dell’impiegata che ha commesso un errore. Può capitare a tutti».
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