Guardia medica, c’è il nuovo sistema, presidio a Morbegno

Sanità In funzione da sabato la “Centrale unica della continuità assistenziale” per la notte e i fine settimana

Prove di funzionamento della nuova Centrale unica della continuità assistenziale, meglio nota come Guardia medica, attivata in via sperimentale da sabato in provincia di Sondrio con sede nel Presidio ospedaliero territoriale di Morbegno.

É lì che è stata allestita la Centrale operativa presidiata da un medico, che riceve le chiamate effettuate dai pazienti al numero unico della Guardia medica 116117. Numero attivo tutti i giorni, dalle 19 alle 8 del mattino seguente, e il sabato, la domenica, e nei festivi, anche dalle 8 alle 19.

Come funziona

In pratica chi ha bisogno di un consulto medico, di una prescrizione, o di una visita negli orari in cui non è in servizio il proprio medico di base, deve chiamare il 116117 per entrare in contatto con il medico di Centrale. Il quale a Morbegno ha a disposizione una piattaforma tecnologica dedicata, in grado di gestire una televisita quando le condizioni dell’assistito lo permettano, e anche di prescrivere farmaci inviando via e-mail la ricetta.

In questo modo si andrebbero a superare i problemi riscontrati fino a pochi giorni fa, quando i medici di continuità assistenziale, non essendo connessi con il sistema informatico Siss regionale, non potevano produrre ricette digitali. Per cui occorreva vedersi di persona.

Cosa ancora possibile, se il medico della Centrale unica lo reputa necessario, nelle postazioni di Guardia medica allestite a Bormio (in alternanza con Tirano), a Sondrio, Morbegno e a Chiavenna (in alternanza con Dongo). Postazioni che sono presidiate dal medico di guardia dalle 19 alle 24, tutti i giorni, il sabato, la domenica e nei festivi anche dalle 8 alle 19. Non c’è, invece, il presidio dalle 24 alle 8 del mattino ma, in caso di bisogno, il medico della Centrale unica può attivare la visita domiciliare.

Come è accaduto la notte scorsa in Alta Valle, ad esempio. Una donna della zona che non si sentiva bene ha chiamato il 116117, e il medico della Centrale unica di Morbegno le ha inviato l’equipe di Areu di stanza a Bormio. Sembra evidente, quindi, che in un modo o nell’altro il paziente, viene seguito, anche se siamo in una fase sperimentale, definita «di rodaggio» dalla stessa Ats della Montagna, fautrice del progetto insieme ad Areu e ad Asst Valtellina e Alto Lario.

In evoluzione

Lasciando intendere che sono ancora possibili delle messe a punto tese a perfezionare il servizio, anche in base alla sperimentazione sul campo in atto e alle criticità che potrebbero evidenziarsi.

Fra le criticità espresse da Remo Galli, sindaco di Livigno, nella ferma nota inviata alle autorità sanitarie e ai rappresentati politici regionali il 10 gennaio scorso, vi erano le lunghe attese degli utenti prima di poter entrare in contatto con la Centrale unica, il fatto che il numero 116117 non fosse raggiungibile da turisti stranieri extra Ue, come gli svizzeri, ad esempio, che hanno compagnie telefoniche che non dialogano con questo numero e il fatto, infine, di non potersi interfacciare con un sistema multilingue.

Si narra di turisti cui sono stati prestati telefonini italiani per poter fare il 116117, e poi rimasti in attesa di parlare con l’operatore per 20-30-40 minuti, per poi, alla fine, non riuscire a comunicare per via della lingua.

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