Grande festa a Gordona per i 100 anni di Suor Maria Flora

Per anni impegnata nelle missioni in Africa, dal Ciad alla Costa d’Avorio. Domenica il comune della Valchiavenna ha festeggiato la sua compaesana. «Una grande gioia»

Festa grande a Gordona domenica per i 100 anni di una suora speciale, che ha trascorso 45 anni in missione in Africa, in Ciad e in Costa d’Avorio, e, rientrata in Italia nel 1996, continua a servire la comunità cristiana nel convento di Bardello, in provincia di Varese, dove ha sede la propria congregazione di appartenenza, quella delle suore di Nostra Signora degli Apostoli. Lei è suor Maria Flora, al secolo Letizia Maria Pelanconi, nata il 15 giugno del 1924 a Gordona da Guglielmo Pelanconi e da Romilda Brocchi, donna tutto d’un pezzo e appartenente ad una famiglia di persone molto longeve.

Basti dire che lei, mamma Romilda, è quella scampata più di tutti, perché pur avendo avuto una vita con non poche tribolazioni, è vissuta fino a 104 anni restando autosufficiente fino agli ultimi periodi. E lei, suor Maria Flora, sembra proprio aver ereditato questo gene, così come le sue sorelle minori, Bruna Pelanconi, 95 anni, presente domenica ai festeggiamenti, e Mora, 92 anni, che vive in Australia e che ha fatto avere alla sorella una stupenda torta di compleanno. Negra, invece, la sorella minore, purtroppo, è morta giovanissima, a soli 18 anni, per malattia.

In molti domenica, sul sagrato della parrocchiale di Gordona, riandavano alle vicende di questa famiglia, la Pelanconi-Brocchi, col marito emigrato in Argentina, come molti, all’epoca, e la moglie Romilda che lo ha raggiunto quattro anni dopo la nascita di Letizia Maria. Rimasta con i nonni a Gordona e pronta a partire per l’Argentina cinque anni dopo, quando è giunta la ferale notizia della morte del padre in un incidente stradale. Era uscito col proprio mezzo, uno dei pochi, all’epoca, di quella zona interna dell’Argentina battuta dagli emigrati, per accompagnare a casa un avventore del locale che gestiva con la moglie e che aveva bevuto troppo, quando il mezzo è uscito di strada finendo in un dirupo.

Così, mamma Romilda e le altre tre figlie nate nel frattempo hanno fatto rientro in patria, a Gordona, e si sono ricongiunte a Letizia Maria e ai nonni. Ma, segretamente, Letizia Maria che frequentava con l’amica Irma il convento della Sacra Famiglia di Mese per i giochi domenicali, stava già coltivando l’interesse per la vita religiosa. Che è poi diventata la sua vita. Il 7 marzo del 1943 ha preso i voti a Bardello, e da lì è iniziata la sua avventura.

Dopo alcuni anni la madre superiora, suor Odilia, le ha comunicato la novella che attendeva da anni, cioè la sua partenza per l’Africa, per le missioni in Ciad, cui ha fatto seguito la Costa d’Avorio. E’ stata ovunque ed ha fatto di tutto, suor Maria Flora, dalle piccole alle grandi cose. Dall’insegnare a cucire alle donne del posto, ad occuparsi dei disabili che restavano rintanati in casa perché nessuno li vedesse, al medicare le ferite ai prigionieri.

La prima donna bianca a farlo, a quei tempi, in Costa d’Avorio «ed ero a dir poco terrorizzata - assicura la suora -, ma mi sono sempre affidata in tutto al Signore, e mi ha sempre aiutata, sostenuta. Con lui sono sempre stata al sicuro e la cosa bella, di cui ringrazio, è che mi ha fatto pure la grazia di essere qui, oggi, (domenica scorsa, ndr), a festeggiare questo traguardo dei 100 anni insieme ai miei paesani. Ed è una cosa bellissima, una grande gioia». Cui suor Maria Flora non si è per nulla sottratta desiderosa di abbracciare le persone, di capire chi fossero, di farsi dire nome e cognome e famiglia di origine. E di molti si è ricordata, se non di tutti. «Se mi dicono i nomi poi faccio subito i collegamenti - ci ha assicurato -, perché, per ora, a parte l’udito e gli occhi che non sono al massimo, per il resto posso dire di stare bene e di avere ancora un discreta memoria. Del resto ho sempre portato i miei paesani con me, in Africa, e ora porto gli amici africani con me, qui, in Italia».

A celebrare la Messa domenica don Corrado Necchi, presenti le consorelle di suor Maria Flora con la responsabile della provincia italiana della congregazione suor Daniela Bellini, mentre il pranzo è stato a cura del centro diurno coordinato da Renata Tavasci.

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