Gordona, asta deserta per il rifugio Voga

Il Comune si era impegnato a mettere a disposizione 40mila euro, finanziati dalla Comunità montana

L’affitto richiesto, 1.200 euro annui, era poco più che simbolico e c’era l’impegno del Comune di Gordona a mettere a disposizione 40mila euro, finanziati dalla Comunità montana, per l’acquisto dell’arredo e in particolare delle cucine. Niente da fare. Nonostante la proposta fosse più che allettante non si è fatto avanti nessuno per gestire il rifugio ricavato dalla ex canonica di Voga di Menarola.

Lo scorso anno l’Amministrazione guidata dal sindaco Mario Guglielmana aveva già fatto un tentativo, ma le tempistiche erano decisamente strette. Tanto che anche la struttura gemella realizzata con i fondi di aree interne, il rifugio nell’ex scuola di San Bernardo a San Giacomo Filippo, non aveva trovato un gestore. Quest’anno i presupposti sembravano diversi. San Giacomo ha trovato un gestore. Per Gordona, invece, una nuova delusione. La gara, scaduta ormai a fine maggio, è andata deserta. Non si è presentato nessuno. Almeno entro i termini prefissati, perché poi qualche interesse si è anche manifestato. Ormai, però, la stagione estiva è iniziata.

Si parla di strutture poste a oltre 1000 metri di quota, che possono lavorare durante tutto l’arco dell’anno ma che hanno nei mesi che vanno da aprile a ottobre l’alta stagione. Il rifugio di Gordona è l’ultima struttura turistico-ricettiva realizzata con i fondi di Aree interne ancora senza una gestione. Trovate quella per il rifugio di San Giacomo e quella per il chiosco sul lungolago di Verceia, andrebbe deciso il futuro anche per il lido di Novate Mezzola. Qui l’amministrazione comunale ha deciso per un affidamento ponte che scadrà il prossimo anno per avere il tempo di approntare un bando di gara che tenga conto di tutte le strutture a disposizione. Per farlo si è addirittura affidata a uno studio specializzato con un incarico da 10mila euro.

I due rifugi sono stati pensati anche come punti di appoggio per lo sviluppo del tracciato per il trekking della Mezzacosta delle Lepontine e, in prospettiva, per un recupero del “Tracciolino”, più piccolo e meno caratteristico di quello famoso tra Valle dei Ratti e Val Codera ma anche decisamente meno problematico dal punto di vista idrogeologico, presente tra Sommarovina e Cigolino. Un recupero frenato dal fatto che i fondi messi a disposizione da Regione Lombardia negli scorsi anni possono essere impiegati solamente su terreni di proprietà dell’ente, in questo caso della Comunità montana. Attualmente, invece, così non è.

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