Cronaca / Valchiavenna
Martedì 23 Luglio 2019
Gasolio nel torrente, un vero rebus
«I privati si oppongono ai carotaggi»
Madesimo, rispedita al mittente la richiesta del Comune di eseguire accertamenti. Il sindaco Masanti: «I proprietari dei terreni non collaborano. La parola ora ai magistrati».
Gasolio nello Scalcoggia, il problema non è risolto. Sembrava che la situazione dopo gli episodi di due anni fa e del passato inverno fosse risolta e, invece, il problema si è ripresentato nelle scorse settimane. Per il torrente che attraversa l’abitato di Madesimo non si trova una soluzione. «Il problema – spiega il sindaco Franco Masanti – è che non si riesce a capire quale sia il terreno da cui deriva il problema. Sono intervenute Arpa, Carabinieri, una ditta specializzata che sta facendo monitoraggi anche altrove. Non si riesce a capire quale sia l’origine di queste perdite». Il primo episodio nell’aprile 2017. Prime verifiche e opere di aspirazione del gasolio presente nel corso d’acqua, ma senza una soluzione che appariva definitiva. A febbraio di quest’anno il problema si è ripresentato e con una certa veemenza. Ancora controlli, sempre più dettagliati, e altre opere di contenimento con la posa in alveo di salsicciotti per il contenimento del carburante.
Obiettivo, ovviamente, non far arrivare l’inquinamento lungo tutta l’asta del torrente e, quindi, nel Liro. La soluzione sono i carotaggi dei terreni, cioè bucare il terreno fino a quando non si trova il combustibile, ma c’è un ostacolo: «I proprietari degli immobili ci hanno risposto tramite avvocato che dicono che loro sono a posto - spiega il sindaco Franco Masanti allargando le braccia -. Ovviamente l’inquinamento non è voluto, ma forse un po’ più di collaborazione non guasterebbe».
Le segnalazioni online da parte dei visitatori sono state tante e certo l’immagine turistica della località non ci guadagna da questa situazione: «Più di così non riusciamo a fare, credo che sia compito della Procura della Repubblica occuparsene. I carotaggi vanno fatti - conclude Masanti - . Per il momento l’unica cosa che possiamo fare è verificare quando ci sono i cambi di temperatura e gli impianti vengono accesi, quali sono gli impianti che sono stati messi in funzione al momento delle perdite. Però potrebbe essersi formata anche una sacca di gasolio sotto il terreno. La zona una volta era paludosa e non c’è una origine certa. Insisteremo perché oltre alla beffa di vedere il gasolio nel torrente con tutto quello che ne consegue in termini di immagine, abbiamo anche il danno perché i sistemi di contenimento e di pulizia del corso d’acqua hanno un costo importante».
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