
Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 15 Marzo 2017
Frontalieri e strade incubo
Il Cantone interviene
A Coira si discute su tre progetti che riguardano il passo, l’area a rischio di valanghe fra Sils e Pian di Lago e il tratto Sils-Silvaplana.
Quest’anno la neve non è stata abbondante. Ma d’inverno il passo del Maloja e il tratto di Sils diventano un doppio incubo per i frontalieri e per tutti gli altri automobilisti diretti dalla Bregaglia all’Engadina. Il Cantone dei Grigioni non sta a guardare. A Coira sono in discussione i progetti per intervenire su tre punti: il passo, l’area a rischio di valanghe fra Sils e Pian di Lago e il tratto fra Sils e Silvaplana.
Lo conferma Maurizio Michael, granconsigliere della Bregaglia al parlamento retico. «Ci sono diversi progetti sui quali l’ufficio tecnico cantonale sta lavorando - premette Michael -. Bisogna tenere conto del fatto che qualsiasi intervento di un certo rilievo sulla viabilità necessita non soltanto di una lunga progettazione, ma anche di un’approfondita condivisione e di un efficace coinvolgimento dei vari enti e delle organizzazioni ambientaliste - aggiunge -. Il percorso per poter intervenire, soprattutto in luoghi protetti dalla legislazione come i nostri paesaggi, è quindi molto articolato».
All’interno del programma quadriennale delle strade figurano progetti su diversi tratti della strada che porta dal passo del Maloja a Silvaplana. «Il primo è quello dei tornanti fra Casaccia e il Maloja. Si stanno verificando delle soluzioni per ampliare la strada del passo. Questo intervento si rende necessario perché i mezzi, negli ultimi decenni, sono divenuti in media più larghi, lunghi e pesanti. Le soluzioni tecniche sono al vaglio. Fra le principali ipotesi ci sono degli allargamenti del tracciato esistente e la ricostruzione dei tornanti».
Probabilmente i tempi di attesa non saranno molto lunghi, soprattutto se confrontati con quelli tipici del Belpaese. «Molto dipenderà dall’andamento dell’iter con gli organismi che abbiamo citato. Ma siamo fiduciosi».
L’altro punto cruciale si trova tra Pian di lago e Sils. È quello che determina il maggior numero di chiusure del passo in inverno. «Da anni si cercano soluzioni - continua Michael -. È stata promossa una procedura di consultazione sulla base di un progetto che è stato condiviso da tutti i Comuni coinvolti, dall’Alta Engadina alla Bregaglia. In concreto, il piano di intervento prevede una serie di misure finalizzate alla riduzione dei rischi di valanghe: ci sono ben quattordici canaloni pericolosi. Si realizzeranno gallerie o tunnel artificiali, protezioni sulle sponde per evitare distacchi pericolosi e ci sarà il posizionamento di nuovi cannoni sul pendio. In quest’ultimo caso si tratta di piloni con microcariche esplosive che muovono lo strato superficiale della neve. Alcuni strumenti di questo tipo sono già in funzione».
Un terzo ambito, in cui non c’è una situazione di pericolo, ma dove la strada con il passare degli anni ha fatto emergere segni di usura di una certa entità, è quello fra Sils e Silvaplana, lungo il lago. «La cantonale è molto stretta – lo si osserva in particolare in estate a causa della presenza di ciclisti - e in parte dissestata. Si sta intervenendo da tempo per coprire le buche, ma la soluzione reale e definitiva sta nell’allargamento della carreggiata e nella realizzazione di un fondo nuovo. Si tratta di un intervento abbastanza rilevante - conclude granconsigliere della Bregaglia -, che finora non è stato realizzato per l’assenza di accordi con un’organizzazione della Confederazione attiva nella tutela del paesaggio in aree di elevato interesse». Si prevedono cantieri, insomma. Una buona notizia sia per la viabilità, sia per il lavoro, visto che in tempi difficili per l’edilizia le opere pubbliche rappresentano una boccata d’ossigeno per il settore.
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