Cronaca / Valchiavenna
Martedì 07 Aprile 2020
Frontalieri, i sindaci alla Svizzera
«Chiudete le attività
o blocchiamo le strade»
iUltimatum agli svizzeri dalla Comunità montana e dai primi cittadini di Valchiavenna e Tiranese. Chiesta al Canton Grigioni la serrata delle attività non essenziali e per chi lavora alloggi convenzionati
«Tutte le azioni necessarie per salvaguardare i nostri frontalieri, anche di natura dimostrativa, in relazione ai collegamenti stradali internazionali». Tra le righe ma non troppo, la minaccia degli enti locali di Valchiavenna e Tiranese è chiara. Sono pronti a bloccare le strade se non saranno messi in sicurezza i lavoratori delle zone di confine dal rischio di contagio da coronavirus.
Nuova, ennesima, lettera quella firmata dal presidente della Comunità Montana Valchiavenna Davide Trussoni, alla quale questa volta si sono accodati non solo i sindaci del mandamento, ma anche quelli della zona di Tirano. Alle prese, ovviamente, con problemi simili.
Nella comunicazione inviata alle autorità cantonali di Grigioni, delle varie regioni interessate dal frontalierato, ai sindacati, alla Regione Lombardia e al Governo italiano. A tutti, insomma. I toni sono risoluti, per non dire ultimativi, anche se i contenuti sono quelli di sempre.
I sindaci chiedono agli svizzeri la serrata delle attività non essenziali. Toni ultimativi, anche perché il grido di dolore lanciato in queste settimane non ha mai trovato risposte ritenute adeguate: «Prendiamo atto che ad oggi non sono state attivate le adeguate risposte a tutela dei lavoratori e della salute pubblica dei nostri territori. Chiediamo l’immediata attuazione della piena tutela della salute dei nostri lavoratori frontalieri considerata la notevole diffusione del coronavirus nei territori della vicina Svizzera frequentati quotidianamente dai nostri cittadini lavoratori». In particolare viene chiesta « l’immediata adozione di provvedimenti di chiusura di tute le attività economiche non essenziali, per non vanificare l’importante sistema di protezione sanitaria messo in atto dal nostro paese, l’eventuale possibilità per i frontalieri che dovessero continuare l’attività lavorativa di poter usufruire di un alloggio convenzionato al fine di ridurre il più possibile il rientro in Italia, la tutela economica dei nostri lavoratori frontalieri senza alcun pregiudizio per il proseguo del rapporto di lavoro».
Non ci saranno altre lettere.: «In caso di mancato accoglimento delle richieste comunichiamo sin da ora che nei prossimi giorni intraprenderemo, senza successive comunicazioni, tutte le azioni necessarie per salvaguardare sia i nostri frontalieri che i vostri cittadini e iniziative in tal senso, anche di natura dimostrativa, in relazione ai collegamenti stradali internazionali».
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