Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 06 Settembre 2017
Frontalieri, domani strada aperta. Polemiche sugli “aiuti”
Ieri le autorità cantonali hanno comunicato la riapertura della vecchia strada, quella che passa da Spino e Promontogno, per le 6,30 di domani mattina, fino alle 20.
Da domani si passerà. Ieri le autorità cantonali hanno comunicato la riapertura della vecchia strada, quella che passa da Spino e Promontogno, per le 6,30 di domani mattina, fino alle 20.
Potranno passare automezzi fino a 32 tonnellate di peso e dodici metri di lunghezza. Si tratta di una bella notizia per i residenti, visto che la colata di venerdì scorso aveva sostanzialmente spezzato in due la Val Bregaglia.
Ma questa novità è decisamente importante anche per i frontalieri che, fino a oggi, hanno dovuto puntare sulla strada del Bernina o su un lungo giro dallo Spluga e dallo Julier per raggiungere il posto di lavoro in Engadina. Finiscono le preoccupazioni e le ricerche di passaggi e di posti letto per evitare viaggi interminabili. E in qualche modo sembra venire meno anche la necessità di provvedimenti straordinari per supportare i lavoratori.
Nei giorni scorsi il Consiglio sindacale interregionale si era attivato, in Italia, per chiedere al ministero degli Esteri di contattare il governo grigione e chiedere misure eccezionali di sostegno per aziende e dipendenti. «In realtà - sottolinea dalla sede ticinese del sindacato Unia Sergio Aureli - gli strumenti per affrontare una situazione complessa sono sostanzialmente previsti dalla legge svizzera, ad esempio con le norme relative al lavoro ridotto, e non è questo il caso della richiesta di supporto relativa alle intemperie».
Una precisazione rassicurante per le imprese e il personale. Le polemiche non sono mancate, anche sui social network. L’esponente ticinese dell’Udc Alain Bühler, ad esempio, è andato giù duro. «I sindacati italiani dovrebbero sapere che in Svizzera sono previste indennità per lavoro ridotto e intemperie a precise condizioni e vanno richieste dal datore di lavoro, non è di certo l’Italia che può impartirci ordini su cosa fare e come farlo. Ora, alla luce dei fatti, dubito che la maggior parte ne possa beneficiare perché le vie d’accesso da Maloja e Splügen sono assicurate. Ciò non toglie che dovrebbero tutti vergognarsi per la sfrontatezza con cui vengono a battere cassa in un momento così delicato per la Val Bregaglia, per cosa poi? Qualche chilometro in più da fare?».
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