Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 24 Agosto 2017
Frana il Pizzo Cengalo. Giù 4 milioni di metri cubi
Impressionante distacco nel comune di Bregaglia. Alle 9 e 30 il boato e poi la polvere. Subito evacuati i 100 residenti
Quattro milioni di metri cubi di massi e fango e una grandissima quantità d’acqua. Ieri mattina una frana enorme e devastante ha spazzato via gran parte della Val Bondasca da 3000 a 800 metri di quota. Alle 9,30 il versante bregagliotto del pizzo Cengalo è franato a valle verso Bondo, il secondo paese della Svizzera dopo la dogana italiana di Villa di Chiavenna, che è stato subito evacuato.
Una colata minacciosa che ha travolto e distrutto dodici edifici, diversi sentieri, interrotto strade e sbriciolato ponti. Chiusa la cantonale tra Villa di Chiavenna e Maloja, ieri sera è stato garantito il transito dalle 19 alle 21 lungo la vecchia strada che va da Spino a Promontogno. E sempre lungo questo tracciato, se la situazione lo consentirà, i collegamenti con la Valchiavenna saranno garantiti a partire dalle 7 di oggi. Naturalmente si parla di senso unico alternato, e con l’esclusione dei mezzi il cui peso eccede le 32 tonnellate.
La geografia della valle è mutata: laddove c’era un alveo oggi c’è una spianata di detriti che incede con movenze magmatiche. Sul fondovalle si è depositato uno strato di dieci metri di materiale che comporterà mesi di lavoro per essere rimosso.
Non si hanno notizie di dispersi, anche se le autorità svizzere continuano a monitorare la situazione – in collaborazione con quelle della provincia di Sondrio – per escludere il coinvolgimento di alpigiani, escursionisti e alpinisti.
Non è stato un evento improvviso. I segnali di nuovi cedimenti erano già stati osservati negli ultimi dieci giorni e dall’inizio dell’estate si è registrata una trentina di piccoli crolli. Dopo una frana avvenuta cinque anni fa la zona era tenuta sotto controllo, anche perché era attesa una nuova caduta di roccia tra i due e i tre milioni di metri cubi. Da alcuni giorni il Comune aveva diffuso un allarme invitando a prestare attenzione lungo i sentieri per le capanne Sciora e Sasc Fura e a evitare il collegamento fra i due rifugi (il Viale, chiuso da tempo) e scalate sul Cengalo e nella zona del Ferro da stiro. Era attesa quindi, ma i geologi se l’aspettavano per l’inverno inoltrato, non in questo periodo. Gli esperti hanno rilevato che l’energia sprigionata dallo smottamento, pari a quella di un terremoto di terzo grado della scala Richter, ha determinato lo scioglimento di neve e ghiaccio. Si è riempito di materiale il bacino di ritenzione costruito alcuni anni fa e questo ha permesso di evitare conseguenze ancora peggiori. «È stata sorprendente la massa d’acqua scesa dai ghiacciai e da canali sotterranei», ha spiegato il geologo Yves Bonanomi.
L’allarme della frana è partito alle 9,30 è arrivato immediatamente alla centrale della polizia cantonale a Coira. Da alcuni anni è attivo un sistema che si aziona se fuoriesce materiale dalla Val Bondasca. Si è subito acceso il semaforo rosso al vecchio ponte. «Siamo accorsi e abbiamo avuto il tempo di evacuare circa cento persone, oltre ai giovani che si trovavano nel campeggio sottostante», ha sottolineato ieri in conferenza stampa il responsabile della polizia grigionese Andrea Mittner.
I cittadini di Bondo - frastornati e impauriti - sono stati trasferiti al centro sanitario locale dove sono assistiti dal personale. «Non sappiamo se ci sono dei dispersi – ha rilevato Mittner -. Gli elicotteri hanno effettuato dei voli per evacuare i turisti».
Il numero delle persone soccorse non è stato comunicato. Sono previsti nuovi scoscendimenti: secondo gli esperti «c’è ancora un milione di metri cubi di materiale pericolante». Questa mattina saranno fatte nuove valutazioni con i tecnici ed i geologi che ieri hanno potuto osservare la frana dall’alto a bordo degli elicotteri che per tutta la giornata hanno sorvolato lo scenario di distruzione. Le autorità grigionesi non hanno notizie di dispersi ma hanno detto di non poterlo escludere visto che la zona interessata è vasta. «Siamo comunque in contatto con le autorità italiane, hanno riferito, per sapere se loro ricevono altre indicazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA