Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 14 Dicembre 2016
Dietrofront sul punto nascita.Il ministro: «Pronti a valutare»
Ieri sera clamorosa marcia indietro sul “ballottaggio” tra Gravedona e Chiavenna. Lorenzin: ««Non possiamo imporre chiusure» - La Regione: «Lo dica al suo direttore generale»
Chiavenna
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha precisato che la decisione sul “ballottaggio” tra Gravedona e Chiavenna può essere rivista e che si può profilare un’ulteriore deroga.
«Il presidente Roberto Maroni sa bene che il ministero della Salute non può imporre alcuna chiusura dei punti nascita - ha spiegato -.Il Comitato nazionale percorso nascite ha espresso un parere tecnico sulla scorta della documentazione fornita dalla Regione Lombardia. Il Comitato ha ritenuto, con nota dello scorso 21 novembre, di mantenere in attività il punto nascita di Sondalo, in quanto esiste una reale situazione di “disagio orografico” e che almeno uno dei due punti nascita di Gravedona e Chiavenna può proseguire l’attività, in quanto l’uno esclude il disagio orografico per l’altro». Spazio poi anche a una tiratina d’orecchi: «Il governatore Maroni, che negli ultimi tre anni e mezzo ha goduto di un’interlocuzione costante col ministero, avrebbe potuto tranquillamente usare i canali di dialogo che è solito percorrere e che hanno consegnato risultati importanti per i cittadini lombardi. Per il ministero - ha concluso Lorenzin - l’unico interesse è la tutela della salute dei cittadini e la loro sicurezza».
Non si è fatta attendere la replica. «Accogliamo con grande soddisfazione e stupore la retromarcia del ministro Lorenzin sulla chiusura dei punti nascita per i quali avevano rifiutato in maniera perentoria la nostra richiesta di deroga - è stata la risposta dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera -. Bene, dunque, questo cambio di passo su decisioni importanti che il ministro dovrebbe però comunicare anche al suo direttore generale, il quale, in una comunicazione inviataci in data 21 novembre, ha parlato, a suo nome, negando la deroga alla chiusura di determinati punti nascita in Lombardia».
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