Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 02 Aprile 2021
Date e fasce d’età:
il piano regionale
La conferenzaL’obiettivo è quello di poter garantire la copertura vaccinale in Lombardia a 6,6 milioni di persone
Come annunciato, scatta lunedì 12 aprile la campagna vaccinale massiva in Lombardia, destinata a garantire la copertura anti Covid a 6,6 milioni di persone, di cui 365mila nell’Ats della Montagna, di età compresa fra i 79 e i 18 anni.
Gli obiettivi
Con l’obiettivo dichiarato di assicurare la prima dose di vaccino, al massimo entro il 10 giugno, a tutta la popolazione ricompresa nella fascia fra i 60 e i 79 anni, entro il 16 luglio, al massimo, alla popolazione appartenente alla fascia 50-59 anni, mentre, la data ultima, di conclusione della campagna vaccinale per gli under 49 è fissata al 20 ottobre, ma, va detto, nella peggiore delle ipotesi, perché la migliore la vorrebbe conclusa già il 18 luglio.
«Le date delle due fasi conclusive della campagna, vanno prese con beneficio di inventario - ha precisato, ieri, in conferenza stampa, Guido Bertolaso, coordinatore del piano vaccinale anti Covid lombardo -, perché molto dipende dalla dotazione vaccinale che avremo nelle fasi precedenti. Se sarà, come promesso, imponente, allora potremo aumentare le linee vaccinali e la capacità vaccinale giornaliera, accelerando, così, i tempi, diversamente dovremo avere un po’ di pazienza in più. Ma questo non significa prevedere slittamenti in avanti di un mese o un mese e mezzo».
Due ipotesi di lavoro
Apposta, Bertolaso, ha presentato due ipotesi di lavoro, quella migliore e quella “peggiore”, entro il cui range dovrebbe muoversi l’intera campagna «destinata, ricordo - ha detto -, non solo ai residenti in Lombardia, ma a tutti coloro che vi vivono e lavorano».
Ebbene, a disposizione di questa massa critica di persone, ci saranno 76 centri vaccinali massivi, di cui cinque nella nostra provincia (6° padiglione dell’ospedale di Sondalo, Polifunzionale di Villa di Tirano, Palestra Itis di via Tirano a Sondrio, Polo fieristico di Morbegno e Palestrone di Chiavenna), per un complessivo di 450 linee vaccinali attraverso le quali erogare 65mila dosi al giorno, di cui 50mila prime dosi e 15mila richiami.
Puntiamo al raddoppio
«Linee che, però - ha precisato Bertolaso -, puntiamo a raddoppiare, arrivando a 1000 e più, per una capacità massima vaccinale al giorno di 144mila dosi, non appena avremo forniture massicce di vaccino, presumibilmente da maggio».
Il 12 aprile, comunque, quando si partirà con la prima fase della campagna, quella rivolta alle persone di età compresa fra i 75 e i 79 anni, 449.862 in tutta la regione, la capacità vaccinale giornaliera sarà più contenuta, e pari a 35.340 dosi, sempre in relazione alla disponibilità dei vaccini e al rodaggio della macchina. Con l’obiettivo di completare la somministrazione della prima dose entro il 26 aprile.
Quindi, dal 27, largo alla seconda fase, che coinvolgerà la fascia 70-74 anni, 546.312 persone, e che si concluderà entro il 12 maggio laddove la capacità vaccinale restasse di 35mila dosi giornaliere, o entro l’8 maggio se potesse salire a 65mila dosi.
La fase tre
Subito dopo, scatterebbe la fase tre, col coinvolgimento della fascia 60-69 anni, pari a 1.189.119 persone, destinata a partire o il 9 maggio per concludersi il 18, nella migliore delle ipotesi, o il 13 maggio per concludersi il 10 giugno.
E, quindi, avanti con la fascia 50-59 anni, 1.592.070 persone, da svolgersi nel periodo compreso fra il 19 maggio e il 7 giugno, nel caso in cui si potesse contare su linee vaccinali maggiorate, o fra il 10 giugno e il 16 luglio nel caso di “potenza vaccinale” dimezzata.
Infine, gli under 49, 4.073.278 persone, che, a motori a mille, potrebbero essere vaccinate fra l’8 giugno e il 18 luglio, e a motori a mezzo fra il 17 luglio e il 20 ottobre.
La fascia più a rischio
«Fondamentale, per la nostra regione - ha detto Bertolaso - sarà completare la vaccinazione, prima dose, meglio entro il 18 maggio, al più entro il 10 giugno, per la popolazione con più di 60 anni. Quella maggiormente a rischio, anche di ospedalizzazione. Sulla quale, in linea con il piano governativo e sul modello israeliano, ci siamo concentrati, in modo da ridurre, da giugno in poi, drasticamente gli accessi ospedalieri e i ricoveri in Terapia intensiva».
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