Cinque infermiere chiavennasche licenziate in tronco dal centro sanitario Bregaglia

Chiavenna

Tensione alle stelle fra le lavoratrici e i lavoratori del Centro Sanitario Bregaglia di Promontogno, nella vicina Svizzera, dopo la decisione della direzione di consegnare a mano a cinque infermiere residenti in Valchiavenna la lettera di licenziamento.

«Le professioniste, in servizio da anni al Centro sanitario, precisamente da 32, 25, 12 e 10 anni, sono state chiamate in ufficio di punto in bianco dal direttore la settimana scorsa ed è stata consegnata loro la lettera di esonero dal servizio da subito per asserito esubero di personale - dice Fausto Calabretta, responsabile del settore sanità del sindacato svizzero Vpod Ticino -. Cosa che loro non si aspettavano proprio, anche perché, ultimamente, sono stati assunti infermieri giovani ed un bando di assunzione è ancora in essere, per cui la motivazione non regge. Noi temiamo due cose. O alla base di questa decisione inaccettabile e ingiustificabile vi sono mancanze gestionali, date da un’incapacità di programmare in base ai bisogni, o, peggio, c’è la volontà di fare a meno di personale con formazione ed esperienza, ma che costa di più, per sostituirlo con nuova forza lavoro a costo più basso».

Nel primo pomeriggio di ieri, Calabretta ha incontrato in assemblea al Deserto di Chiavenna le cinque infermiere licenziate e molte altre maestranze altrettanto preoccupate per il loro futuro. «C’è grande malcontento verso la gestione attuale e tutti hanno lamentato un clima teso, difficile - dice il sindacalista -. Le maestranze sono spaventate per questa situazione e non sanno cosa aspettarsi più. Già negli anni scorsi era stato loro decurtato il monte ore del 10%, poi del 20%, ma al licenziamento in tronco non si era ancora arrivati. Abbiamo quindi deciso di chiedere un incontro al cda del Centro sanitario ed ho parlato con il presidente, Maurizio Michael, Gran consigliere al governo di Coira, il quale mi ha detto di non essere per nulla a conoscenza della situazione. Quindi, noi, io e una quindicina di lavoratori, fra cui le infermiere licenziate, incontreremo il cda, racconteremo del clima di lavoro teso che c’è in azienda riferito al pre e al post licenziamento, chiederemo il ritiro del provvedimento e, al più, di trovare soluzioni concordate rispetto ai rapporti di lavoro. Il metodo di gestione dell’attuale direttore, Robert Bartczak, in carica dal 2019, è molto poco ortodosso. Lo contestiamo vigorosamente e arriviamo a chiederci se debba continuare a rimanere al suo posto. Queste lavoratrici sono, si può dire, cresciute al Centro sanitario Bregaglia, formate lì, perché perderle? Non ha senso, oltre ad essere profondamente ingiusto».

Sono attualmente un’ottantina i dipendenti del Centro e, secondo il sindacalista «non vi sono cali di attività - dice - basti pensare che il numero dei pazienti è salito da 42 a 52. Da dove saltano fuori questi esuberi? Non si capisce». Nel merito abbiamo cercato di contattare ieri la direzione e la presidenza del Centro sanitario Bregaglia, ma il direttore era impegnato e il presidente non raggiungibile. Certamente interessante sarebbe sentire la loro versione al riguardo.

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