“Il futuro della privacy, tra metaverso e intelligenza artificiale”, il tema della mattinata di studio destinata alle quattro classi quinte dell’istituto Leonardo Da Vinci di Chiavenna, l’unico in tutta l’Italia del nord ad aver preso parte al “Privacy tour 2024” che ha toccato 12 città italiane.
Tutti centri grossi, però, a partire da Roma e Napoli, mentre Chiavenna, con i suoi 7.333 abitanti, spiccava nella cartina del tour italico per essere il più piccolo, il più periferico e montano dei poli ospitanti l’evento.
Ciò che ha inorgoglito Luca Della Bitta, sindaco della città, presente nell’aula magna dell’istituto per l’indirizzo di saluto agli studenti, al preside, Ottavio D’Addea, al professore di diritto ed economia del Da Vinci che ha moderato la mattinata, Antonio Pisano, e agli otto qualificati relatori che si sono susseguiti, chi in presenza, chi sulla piattaforma Meetland attivata sulla lavagna Lim fra cui anche Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali e Bianca Stella Bruschi, legal officer presso Privacy network.
«La privacy non è un obbligo, ma è un diritto - ha detto il preside introducendo i lavori - così come è importante che di strumenti come il telefonino, il metaverso e l’intelligenza artificiale si conoscano i rischi, ma si colgano anche le opportunità. Ecco perché parlarne in un ambiente protetto come la scuola, perché proprio le cose che non si conoscono devono essere oggetto di interesse in questo contesto».
Intensa la mattinata e interessanti le relazioni che si sono susseguite aperte da Martina Levi, associate e privacy consultand presso Sapg Legal, particolarmente soddisfatta di essere riuscita a portare a Chiavenna l’evento e proseguite con Valentina Poli, data protection specialist di Credit Agricole Vita, e con Giuseppe Fera, di Watson Farley e Williams.
Poli si è soffermata sul significato odierno di privacy ed ha ricordato come vi sia più protezione che altrove in Europa grazie al “Regolamento generale sulla protezione dei dati” osservando, però, anche come «il dato è moneta - ha detto -, perché con i nostri dati noi paghiamo il servizio di cui fruiamo».
Tutto ha un prezzo e pure la privacy lo ha ed è minata già alla nascita «perchè vi sono sempre più bambini che nascono prima online che nella vita reale - ha detto Fera -, il 34% negli States, dove i social sono intrisi di ecografie dei bimbi in pancia».
Entusiasta della mattinata al Da Vinci, Mattia Pedroncelli, ceo e fondatore di Criptoloario srl che, insieme al commercialista Giacomo Dino Trinchera, ha in essere da alcuni anni una proficua collaborazione con questo istituto.
«Questa è una giornata epocale - ha detto -, perché è qui, a Chiavenna, che per la prima volta abbiamo introdotto il Metaverso in una scuola pubblica e questo significa che non siamo da meno a nessuno e che, anzi, proprio dalla montagna possono venire slanci importanti non tanto verso il futuro, ma nel presente, perché il Metaverso è già oggi, è già qui».
Molto interessante anche l’excursus sui pro e contro dell’intelligenza artificiale di Francesco Pozzoli, ex studente del Da Vinci, oggi in Irlanda come data protection specialist di Kneat, che ha sottolineato, fra i contro «la sicumera dell’Ia, che vende con convinzione verità che non sono sempre tali - ha detto -, il suo costo enorme in termini di consumo energetico mondiale, e il rischio che possa sostituirsi a professioni che non implicano scelte etiche e morali».
Quanto emerso dal convegno rispetto all’uso del telefonino, infine, lo sintetizza il prof Pisano «è uno strumento, ci hanno detto gli esperti, non un amico e neppure un confidente».
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