Chiavenna, autovelox finisce sotto accusa: «Apparecchio illegale»

Nella notte del 30 ottobre 2019 era stato impallinato e messo del tutto fuori uso da ignoti, probabile dopo aver collezionato multe su multe, poi dal 1° febbraio successivo era tornato a funzionare, fatto riparare dall’amministrazione comunale per nulla intenzionata a fare a meno dell’autovelox di via Volta che intercetta tutti coloro che superano la soglia dei 50 chilometri orari fissata in quel tratto di strada.

Nessuno, da allora, ha più toccato l’autovelox, tutti coloro che ne hanno recepito la sua presenza staccano prudenzialmente anche prima del tempo il piede dall’acceleratore, ma, di fatto, lo strumento deterrente non è mai stato digerito dagli automobilisti.

In questi giorni, però, lo strumento dissuasivo è tornato di attualità per interessamento di Gianantonio Sottile Cervini, presidente di Altvelox, Associazione nazionale di tutela degli utenti della strada, con sede a Belluno, che ha presentato una denuncia-querela alla Stazione di Sedico (Belluno) della Legione carabinieri Veneto per «inadempienze e carenze normative relative all’autorizzazione, installazione e gestione dell’autovelox presente in via Volta a Chiavenna - si legge nel testo -, e per inadempienze e carenze normative in merito alla mancata predisposizione ed aggiornamento dei piani di sicurezza delle strade così come disposto dall’articolo 36 del Codice della strada».

La querela risale al 30 settembre scorso, consta di 23 pagine dattiloscritte e 11 allegati numerati e chiama in causa il Comune di Chiavenna, la Polizia locale del medesimo Comune, la Polstrada di Mese, funzionari della Questura, funzionari e vertici della Prefettura di Sondrio in carica all’epoca dell’installazione, funzionari del ministero dei Trasporti, funzionari e vertici della Provincia di Sondrio e il legale rappresentante della società gerente l’autovelox stesso.

«La nostra associazione da tempo ha rilevato che numerose amministrazioni comunali e provinciali stanno utilizzando in modo massiccio apparecchiature per il rilevamento della velocità prive dei requisiti tecnici previsti per legge ovvero dei decreti di omologazione - dicono da Altvelox -. Sono muniti solo di determina dirigenziale rilasciata dal ministero dei Trasporti che non permette l’acquisizione della prova legale. In questa situazione è anche l’autovelox di via Volta a Chiavenna e per questo ne abbiamo chiesto il sequestro».

E ancora: «Abbiamo chiesto anche una perizia tecnico-legale per verificare che gli strumenti utilizzati per sanzionare i cittadini siano sempre stati gestiti dalla Polizia locale e non dalle ditte private che hanno fornito gli autovelox stessi, perché in altre situazioni abbiamo constatato essere accaduto proprio questo». Sempre Altvelox denuncia anche il fatto che «il Comune di Chiavenna, dal 1995, non ha mai predisposto ed aggiornato correttamente, ogni due anni, i piani di sicurezza delle strade tant’è che lo stesso dirigente della Polizia locale di Chiavenna, qualche settimana fa, ci ha attestato che il documento è in fase di predisposizione e aggiornamento - dicono da Altvelox - e analoga mancanza rispetto alle strada extraurbane risulterebbe anche con riguardo alla Provincia di Sondrio. Oltretutto, il prefetto di Sondrio attuale (con riferimento, però, non ad Anna Pavone, arrivata da pochi giorni, ndr) e i suoi predecessori non hanno segnalato al ministero dei Trasporti le amministrazioni inadempienti come avrebbe dovuto fare in modo da indurle a dotarsi dei piani di sicurezza».

Ancora, per Altvelox «via Volta non potrebbe qualificarsi come strada extraurbana comunale e non tornano neppure i conti sui proventi delle multe irrogate - dicono - perché nulla è stato dichiarato dal Comune per il 2021 e il 2022 quando, invece, risultano da fonti non ufficiali, ma attendibili, emesse non meno di 8mila sanzioni nel 2021».

Insomma, un cahier des doleances lungo e articolato nel merito del quale, per ora, da noi il interpellato, il primo cittadino di Chiavenna non intende entrare.

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