Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 29 Giugno 2018
Chiavenna, al settimo giorno di sit-in la protesta entra in ospedale
Sit-in muto durato una mattinata per il comitato “Insieme per l’Ospedale di Chiavenna”, che al settimo giorno di presidio ha deciso di entrare nella struttura per inscenare una dura protesta.
Sit-in muto durato una mattinata per il comitato “Insieme per l’Ospedale di Chiavenna”, che al settimo giorno di presidio ha deciso di entrare nella struttura per inscenare una dura protesta dopo aver sostato all’ingresso per una settimana raccogliendo la solidarietà di molti utenti della struttura e semplici passanti.
Tutto si è concluso con la sospensione, che potrebbe essere temporanea, dello stesso presidio: «A seguito della comunicazione pervenutaci dall’azienda che ci intimava di uscire dall’ospedale, “pena” l’intervento delle forze dell’ordine, abbiamo deciso di interrompere, al settimo giorno, il nostro presidio» spiega Elisa Casati.
Un avvertimento arrivato dopo quello di mercoledì sera, quando l’azienda aveva chiesto di rimuovere gli striscioni esposti sui muri esterni dell’ospedale «È stata una decisione difficile, ma abbiamo convenuto che il messaggio della protesta fosse giunto ai destinatari - continua Casati - . Destinatari che, speriamo tengano conto del nostro dissenso riguardante le previsioni, tutt’altro che rosee sul reparto nascite e, ricordiamo ancora una volta, di conseguenza dell’intero presidio ospedaliero. Tuttavia qualora giungesse notizia di sospensione temporanea della decisione o di chiusura, le nostre manifestazioni di protesta proseguiranno nella speranza di vedere tutta la popolazione protagonista insieme a noi».
Una nuova chiamata nei confronti della cittadinanza, che comunque in queste giornate ha portato la propria solidarietà contribuendo a portare il libro delle visite al presidio poco sotto quota 800, a mobilitarsi nel caso in cui dovesse permanere la situazione di incertezza tra Chiavenna e Gravedona o, peggio, arrivare la notizia della soppressione del reparto di ostetricia e ginecologia. A rischio, così come quello di Gravedona con il quale è in ballottaggio visti i bassi numeri riguardanti i parti. «Siamo preoccupati - commenta Alessia Triulzi -. Ci risulta che la direzione in una riunione in reparto abbia chiesto al personale l’eventuale disponibilità a muoversi su altri presidi».
Le parole d’ordine scelte per la manifestazione di ieri evidenziano tutta l’esasperazione del comitato: «Ci state svendendo. Per colpa di chi non sente, non vede, non parla. Noi non ci stiamo» recitavano gli striscioni esposti ieri e replicati sulle magliette degli attivisti.
C’è anche chi ha voluto sottolineare la propria delusione politica: «Sono stati iscritto alla Lega per vent’anni - ha commentato Gianni Scaramella sventolando le sue tessere -, fino al 2013. Continuo a votarla, ma non mi piace come agiscono. L’ospedale va rafforzato e non chiuso».
Se non emergerà nulla prima, l’attesa è ora per la riunione della Conferenza dei Sindaci in programma mercoledì 4 luglio. Tema principale all’ordine del giorno, ovviamente, il reparto di ostetricia dell’ospedale di Chiavenna. n
Daniele Prati
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