Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 14 Agosto 2017
Cazzaniga al Muvis. «I suoi acquarelli un omaggio alla Valle»
La retrospettiva chiude il 20 agosto. In mostra le cime che l’artista dipinse a Campodolcino quando l’estemporanea di pittura attirava critici e pittori
È un evento che potrebbe passare inosservato, in questa cascata di appuntamenti estivi, la mostra di Giancarlo Cazzaniga allestita al Muvis di Campodolcino dal gallerista Mario Palmieri, a cui si devono tante esposizioni di illustri autori negli anni scorsi tra Chiavenna e Madesimo: da Renato Guttuso a Salvatore Fiume, da Andrea Cascella a Pietro Consagra, da Aligi Sassu a Manzù, da Martini a Messina, tanto per citarne alcuni. Stavolta tocca a Giancarlo Cazzaniga, anche se non è la prima volta che le sue opere sono esposte a Chiavenna, Campodolcino e Madesimo. Nel primo caso rimane il ricordo della sua personale nell’ex chiesa barocca di San Fedele, l’unica volta che quell’ambiente, normalmente chiuso al pubblico, ha ospitato una mostra, un vero e proprio avvenimento d’arte, con la partecipazione del duo dell’amico Franco Cerri. E non fu un caso, perché l’arte di Cazzaniga era nata insieme al jazz e le pennellate vibranti dei suoi quadri privilegiarono quel mondo dove egli visse, facendo del bar Jamaica di via Brera a Milano un ritrovo di arte e di artisti, dando vita a quello che fu definito dai critici realismo esistenziale. Egli fu amico, tra l’altro, del trombettista e cantante statunitense Chet Baker, tra i principali esponenti della cool jazz, ma anche di tanti intellettuali italiani, a cominciare da Leonardo Sciascia.
Nato nel 1930 a Monza, Cazzaniga ha al suo attivo tante mostre, di cui qui mi limito a ricordare quelle alla Permanente di Milano e, nel 1962 e ’66, alla Biennale di Venezia. L’ultima antologica, prima di morire a 83 anni il 5 dicembre di quattro anni fa, fu alla Leo galleries della sua Monza, che si trasformò in una festa per l’artista, riservato e schivo com’era nel suo carattere, ma consapevole del suo talento.
Andando al Muvis di Campodolcino, dove la sua personale rimarrà aperta fino al 20 agosto, molti penseranno di ritrovare i suoi noti jazzman e le sue intense ginestre. Nulla di tutto questo: è una sorpresa che egli aveva preparato decenni fa durante i suoi soggiorni estivi a Campodolcino, quando l’estemporanea di pittura attirava critici del calibro di Mario Monteverdi e di Giorgio Seveso e pittori come l’albanese Ibrahim Kodra.
La sorpresa è un omaggio alle montagne della valle, in una serie di acquarelli che non sono mai stati esposti al pubblico né – com’è auspicabile – riprodotti su libri. Il visitatore avrà l’opportunità di conoscere un aspetto inedito di Giancarlo Cazzaniga e di riconoscergli l’amore che egli riservò alla nostra terra.
Un’occasione per visitare anche il complesso del museo, aperto tutti i giorni, tranne lunedì, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 18.
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