Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 29 Ottobre 2018
«Caso ambulanza, nessuna negligenza»
L’assessore regionale al Welfare torna sulla vicenda chiavennasca e sulle registrazioni esaminate da Areu. «Sono state praticate dall’infermiere le stesse terapie che avrebbe praticato un medico di emergenza esperto».
«L’organizzazione del sistema dell’emergenza sanitaria della Lombardia conta circa 800.000 interventi l’anno, è da anni impostata in questo modo e i dati e i risultati di questa organizzazione sono tali da non poter ricondurre l’esito di un singolo evento, in questo caso, purtroppo, negativo, a un “difetto” di tipo organizzativo». Interviene l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera sul caso, e sulle relative polemiche scatenatesi in seguito, riguardante la quattordicenne morta domenica in seguito ad un arresto cardiaco mentre si trovava in gita a Chiavenna. La giovane, cittadina svizzera, è deceduta sull’elicottero che la stava trasportando a Bergamo, dopo che Areu era intervenuta con due ambulanze per soccorrerla. Entrambe senza medico rianimatore. Proprio questo aspetto ha scatenato un’ondata di proteste tra i cittadini chiavennaschi, nonostante questa sia la prassi da due anni a questa parte.
«Il caso della quattordicenne deceduta a Chiavenna, che impone anzitutto di esprimere il dispiacere e le condoglianze alla famiglia, ha dato luogo a una serie di polemiche, cui è necessario dare risposte precise e definitive - ha commentato Gallera - . Il caso è stato esaminato accuratamente da Areu, con l’ascolto delle registrazioni e il monitoraggio dell’operato delle équipe sanitarie. In particolare abbiamo proceduto con puntuali controlli interni sulle tempistiche e sulla qualità dell’intervento».
«Per quanto riguarda i tempi - prosegue -: primo mezzo, mezzo di soccorso di base, in posto in un minuto. Mezzo di soccorso avanzato in posto in 4 minuti. Per quanto riguarda la qualità dell’intervento l’infermiere si è comportato in modo ineccepibile, mettendo in atto tutte le manovre rianimatorie e somministrando i farmaci adeguati sotto il vigile controllo e responsabilità del medico presente nella Sala operativa di competenza. Le terapie sono le stesse che avrebbe praticato un medico di emergenza esperto. La “centralizzazione” verso il centro ospedaliero più idoneo è stata effettuata con l’elicottero, su cui ovviamente era presente il medico anestesista rianimatore per garantire la continuità dell’assistenza, giunto sul posto dopo che erano state praticate tutte le manovre e terapie necessarie. Questo perché le patologie tempo dipendenti devono essere trattate nelle strutture dove sono presenti professionalità, competenze e tecnologie adatte».
Questo sul caso specifico. Ma Gallera interviene anche sull’organizzazione del soccorso in generale: «Riteniamo che le possibilità di sopravvivenza dei pazienti critici che necessitano del sistema dell’emergenza siano strettamente collegate alla qualità organizzativa e complessiva dell’intervento più che alla figura sanitaria che se ne fa carico in loco. Gli infermieri che operano in Lombardia sui mezzi di soccorso avanzato sono formati in modo accurato e qualificato per poter rispondere a tutti i tipi di emergenze. Il sistema prevede poi la presenza H 24 di un medico in Centrale, cui l’infermiere fa costantemente riferimento».
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