Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 03 Marzo 2017
Camenisch libero a fine mese
In carcere ha trascorso 25 anni
Le autorità svizzere non confermano la notizia trapelata. Il nome dell’ecoterrorista fu tirato in ballo per gli attentati di Gordona.
L’anarchico grigionese Marco Camenisch - poschiavino di nascita ma molto noto anche in Valtellina (tanto che ci sono muraglioni a lui dedicati con scritte a caratteri cubitali) - sarà a piede libero prima del previsto. Stando a un articolo della Neue Zürcher Zeitung, l’ecoterrorista che ha lasciato dietro di sé una scia di sangue e infinite polemiche, dovrebbe essere rilasciato da un carcere zurighese già alla fine di questo mese, e non come prevedeva la pena nel maggio 2018.
La notizia è rimbalzata dal quotidiano zurighese alla Rsi che ne ha riferito ieri sera con un servizio trasmesso da Grigioni a firma di Gianluca Olgiati. Si tratta dell’epilogo di uno dei più lunghi capitoli della storia giudiziaria elvetica. Camenisch - oggi 65enne - si trova dietro le sbarre da oltre 25 anni. Da mesi le autorità giudiziarie stanno preparando quello che è forse il detenuto più noto e controverso della Svizzera a un imminente ritorno alla libertà dopo quasi 40 anni trascorsi tra latitanza e prigione.
Nel penitenziario sangallese di Saxerrit e poi a Zurigo, Camenisch ha usufruito di diversi congedi e lo scorso autunno ha anche svolto un periodo di lavoro al di fuori del carcere, nel quale rientrava soltanto per la notte. Ora a Camenisch sarebbe stata assicurata la possibilità di uscire già a fine marzo, per una sorta di periodo di prova nel quale non dovrà commettere alcun reato e al termine del quale sarà definitivamente libero.
La notizia, però, ad oggi non è stata confermata dalle autorità zurighesi che si rifanno al segreto d’ufficio. Considerato un’icona da alcune frange dei movimenti anarchici, Marco Camenisch ha alle spalle una lunga storia di delitti, arresti, evasioni e processi. Condannato per degli attentati ai tralicci dell’alta tensione nel 1979, due anni dopo il valposchiavino fugge dal carcere di Regensdorf assieme ad altri 5 detenuti, un’evasione durante la quale viene ucciso un sorvegliante. Poi gli anni della latitanza in Italia fino all’uccisione in strada a Brusio nel ’89 di una guardia di confine che lo aveva riconosciuto.
Da latitante, ha trascorso gran parte del tempo in Toscana, dove ha stretto contatti con il movimento anarchico italiano e ha incitato alla lotta contro l’Enel e progetti ferroviari dell’alta velocità. Camenisch fu arrestato a Massa Carrara il 5 novembre del ’91 e fu estradato in Svizzera il 18 aprile del 2002. I suoi seguaci, durante il periodo in cui Camenisch era rinchiuso a San Vittore e aveva iniziato lo sciopero della fame per evitare il rientro in Svizzera, non esitarono a pubblicare su un settimanale locale un richiamo a pagamento per incitare i suoi fan a scrivergli messaggi e a sostenere la sua forma di lotta dietro le sbarre.
L’ecoterrorista fu anche condannato per aver fatto saltare alcuni piloni dell’alta tensione. Sono proprio questi suoi precedenti ad aver fatto sì che il nome di Camenisch fosse tirato in ballo quando in Valchiavenna ci furono gli attentati ai tralicci. Oggi il 65enne, stando alle autorità giudiziarie, si sarebbe distanziato dalla lotta armata, ma non avrebbe mai rinnegato le sue convinzioni politiche.
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