Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 14 Febbraio 2018
«Azzardo, 700 i giocatori patologici»
Il progetto provinciale e le stime. Sono invece 1.800 le persone considerate problematiche nel nostro territorio. Sempre in Valle la spesa pro capite per i maggiorenni supera i 2mila euro, se ne spendono 1.500 a livello nazionale.
«I dati resi noti da L’Espresso con la sua inchiesta sono fondati, ma ha un senso analizzarli a livello provinciale. Quando li si valuta per i singoli comuni entrano in gioco molti fattori che possono dare una percezione erronea». Una cascata di numeri quella presentata lunedì pomeriggio a Chiavenna dal coordinatore del progetto “Insieme contro l’azzardo” Marco Duca.
L’incontro, voluto dai 17 comuni del territorio provinciale che hanno aderito al progetto partito nel 2015, ha voluto portare, però, anche qualche chiarimento in merito ai dati circolati recentemente. Dati che vedevano la provincia di Sondrio molto in alto nella classifica dei territori dove si gioca molto e cifre spaventose per alcune località. Proprio come Chiavenna: «A livello comunale entrano in gioco molti fattori: dai flussi turistici alla presenza o meno di sale da gioco fino all’attitudine dei giocatori a spostarsi in altre località più o meno vicine».
Dati da prendere con le molle, quindi. «In provincia di Sondrio nel 2016 sono stati giocati 306 milioni di euro con una spesa pro capite di 1.698 euro. Duecentotrentaquattro milioni, il 76%, è finito nelle macchinette: slot machine e videlottery. Ne abbiamo 613. Una ogni 116 abitanti».
Il raffronto con il dato nazionale è preoccupante. Qui abbiamo una raccolta complessiva di 96 miliardi. Nelle macchinette finisce il 50% delle giocate ed è presente un apparecchio ogni 180 abitanti. «Un dato interessante – ha commentato Duca – riguarda non tanto la spesa pro capite ma quella pro capite dei maggiorenni. Cioè di chi ha l’età legale per giocare. Abbiamo una spesa di 1.573 euro a livello nazionale, di 1.748 a livello regionale per passare a 2.042 euro spesi in provincia di Sondrio. Il dato chiavennasco parla di una spesa di 4.004 euro».
Alla fine è arrivata una proiezione in base ai calcoli percentuali effettuati a livello nazionale. In provincia di Sondrio la stima parla di 1.800 persone considerabili giocatori problematici e 700 giocatori patologici. A livello chiavennasco la somma supera le 100 persone. Duca ha concluso il suo intervento con una richiesta: «Smettiamola di chiamarla ludopatia. Un termine che trovo fuorviante e ambiguo perché associato al gioco, che dovrebbe avere un carattere libero, formativo e socializzante. Meglio chiamarla “Gioco d’azzardo patologico” oppure “Azzardopatia”. Purtroppo anche la Regione Lombardia, che pure si è mossa molto sul tema, commette ancora questo errore».
L’incontro ha visto anche la partecipazione della psicologa Delfina Bazzi della cooperativa Lotta all’emarginazione che ha illustrato alcune dinamiche che rendono il gioco d’azzardo estremamente pericoloso. Dall’immediatezza della vincita ai meccanismi di piccole vincite e “quasi vincite” che invogliano a ripetere le giocate. È intervenuto anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Chiavenna Elena Del Re: «Entriamo nella seconda fase del progetto. Prossimamente saremo impegnati in tre ambiti: la formazione del personale delle forze dell’ordine per il rispetto delle normative, la stesura di un regolamento di limitazione del gioco, soprattutto per gli orari, da adottare a livello comunale tra i 17 comuni aderenti al progetto e, naturalmente, la continuazione dello sportello di ascolto per le persone in difficoltà».
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