Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 21 Settembre 2022
Aumentata la taglia per chi ha decapitato il lupo. «Il cerchio si stringe»
Samolaco Gli ambientalisti di Aidaa sono passati da 5mila a 6.500 euro di ricompensa. «Non molliamo e ci pare di capire che la svolta è vicina»
Sono passate due settimane da quando la testa mozzata di un giovane lupo è stata appesa a un cartello stradale di Era, frazione di Samolaco, sotto un lenzuolo con l’emblematica scritta: «I professori parlano, gli ignoranti sparano».
E anche se al momento non risulta essere stato individuato il colpevole del macabro gesto, l’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) è convinta che qualcosa si stia muovendo e la verità sia vicina, così ha deciso di aumentare la “taglia” sui responsabili, alzata da 5.000 a 6.500 euro.
«Noi non abbiamo dimenticato ma soprattutto ci pare di capire che si sta stringendo il cerchio attorno all’autore o agli autori dell’uccisione, decapitazione e impiccagione del lupo sul cartello stradale di Era di Samolaco - si legge nella breve nota diffusa ieri dall’associazione animalista -. Per questo motivo abbiamo deciso di aumentare a 6.500 euro la ricompensa che verrà pagata a chi con la sua denuncia o testimonianza resa nei termini di legge alle forze dell’ordine aiuterà a individuare e far condannare in via definitiva l’autore o gli autori dei reati contestati».
Il macabro ritrovamento, nei primi giorni di settembre, aveva suscitato commenti da diverse parti; e proprio Aidaa era intervenuta condannando decisamente il gesto e offrendo una ricompensa a chi avesse informazioni utili a individuare il responsabile o i responsabili.
«Quanto accaduto a Era di Samolaco in Valchiavenna è inaccettabile e non ci daremo pace fino a quando questi criminali che hanno ucciso e tagliato la testa ad un lupo per poi appenderlo sul cartello stradale stendendoci sotto un lenzuolo con una scritta infame non saranno assicurati alla giustizia - le parole dell’Associazione italiana difesa animali ed ambiente a caldo -. Per loro chiediamo la galera e qualora, come ipotizzano alcuni articoli, si tratti di allevatori, il sequestro immediato dei loro animali. Sulla loro testa mettiamo una taglia di 5.000 euro perché devono sentirsi braccati come era braccato il povero lupo che hanno ammazzato. Questi non sono allevatori o cacciatori o qualsivoglia cosa possano essere, sono solo dei criminali a cui daremo la caccia in maniera legale fino a quando non li porteremo alla sbarra».
E concludono: «L’uccisione di un lupo non è mai accettabile ne giustificabile. Ci sono problemi in montagna per la presenza dei lupi? Non lo neghiamo ma le questioni non si risolvono a fucilate ma attorno a un tavolo, la giustizia sommaria è sbagliata sempre».
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