Assegnati i lavori per il recupero del santuario del Gallivaggio

É in concomitanza con l’anniversario dell’Apparizione della Beata Vergine Maria nei boschi di Gallivaggio alle due ragazzine intente a raccogliere le castagne, avvenuta il 10 ottobre 1492, che la Diocesi di Como ha annunciato l’avvenuta assegnazione dei lavori di recupero del Santuario gravemente danneggiato dalla frana del 29 maggio 2018.

Un passaggio di fondamentale importanza, che getta le basi per il restauro dell’edificio religioso fortemente atteso dalla popolazione locale e da tutti i fedeli della Valchiavenna. Che arriva in ritardo sulla tabella di marcia, perché l’iter procedurale era partito nell’autunno del 2023 e avrebbe dovuto concludersi entro la tarda primavera scorsa, invece, c’è stato uno slittamento in avanti dei termini probabilmente dovuto alla complessità dell’intervento a alla necessità di effettuare compiutamente tutti i passaggi tecnico-burocratici. Quel che è certo, comunque, è che «la procedura negoziata per l’affidamento dei lavori si è conclusa recentemente e la Diocesi di Como, ente appaltante - sottolineano dalla medesima -, si appresta a firmare il contratto d’appalto con l’azienda aggiudicatrice. La cantierizzazione inizierà ragionevolmente entro fine novembre secondo le modalità indicate dalle autorizzazioni della Soprintendenza che prescrive come primo passaggio, propedeutico alle successive fasi operative, la realizzazione di test, saggi stratigrafici e approfondimento della campagna diagnostica».

Il che lascia intendere quanto sia complesso l’intervento di recupero e restauro strutturale ed artistico del Santuario «il cui termine lavori è previsto, indicativamente - precisano sempre dalla Diocesi -, per fine 2026 con l’obiettivo di rendere fruibile il Santuario al pubblico». Non aprirà ai fedeli in concomitanza con le Olimpiadi invernali del 2026, quindi, il Santuario, ma resta l’obiettivo di renderlo fruibile entro quell’anno anche se non vi è certezza possa esserlo in tempo per celebrarvi l’anniversario numero 534 dall’Apparizione. I lavori da eseguire sono, infatti, imponenti e fanno effettuati col massimo riguardo, perché ci sono da sistemare i tetti e la copertura ed occorre lavorare al restauro delle volte, dei maschi murari, dei tiranti e rimuovere e ricostruire gli intonaci esterni. Poi ci sono tutti gli interventi di restauro e recupero degli stucchi, dei dipinti murali del 1884, di quelli del 1605 collocati nel presbiterio e nelle cappelle laterali, così come occorrerà procedere al restauro delle superfici in finto marmo, degli arredi e delle sculture lignee, dei dipinti, delle superfici murali della sagrestia e della cappella di San Luigi Guanella.

Così come occorrerà lavorare all’impianto elettrico e al funzionamento dell’organo della chiesa. Lavori imponenti, quindi, per un importo complessivo di quattro milioni e 650mila euro dei quali due finanziati da Regione Lombardia, un milione e 650mila dalla Provincia di Sondrio e i restanti in capo alla Diocesi di Como. Il tutto sulla base di un “Accordo di programma” messo a punto dalla Comunità montana della Valchiavenna che molto si è impegnata su questo fronte investendo e lavorando alla messa in sicurezza del versante franato propedeutica all’avvio del restauro del Santuario. Un intervento da 3,5 milioni di euro utilizzati per la realizzazione del mega vallo paramassi e del muraglione di protezione, cui ha fatto seguito la rimozione delle reti protettive in quanto interferivano con i radar preposti al monitoraggio della frana oggi totalmente in capo ad Arpa Lombardia. «Questo primo traguardo è frutto di un proficuo lavoro di rete con le istituzioni locali, regionali e del ministero della Cultura - dicono dalla Diocesi di Como - e a Diocesi esprime nei confronti di tutti il riconoscimento per la collaborazione fattiva di questi lunghi mesi e per il contributo messo a disposizione».

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