
(Foto di Marcello Mariana)
Campodolcino
Pluripremiato, pubblicato sulle riviste specializzate e ora anche “in tour” come esempio virtuoso di architettura sportiva di qualità. Insomma un progetto (realizzato) di grande successo, made in Valchiavenna.
È stata costruita a Campodolcino su volontà del Comune e grazie al cofinanziamento della Comunità montana locale, su studio strutturale dello Studio Bianco Mastai di Chiavenna cui è stato affidato l’incarico e con la firma di Enrico Scaramellini, professionista di Madesimo, che si è occupato della parte architettonica, Spluga Climbing Gym, la struttura per l’arrampicata sportiva iniziata nel 2022 e completata nel 2023 che sta riscuotendo grande apprezzamento in Italia e non solo.
Un’architettura semplice all’apparenza, ma, come ricorda il progettista, frutto di un sapiente e faticoso lavoro di “apparecchiatura” in cui l’uomo-artigiano gioca un ruolo fondamentale, che ha conquistato importanti riconoscimenti. Nel 2024 il progetto è stato selezionato in rappresentanza dell’Italia, tra i cinque per ciascuna nazione, al Piranesi Award in Slovenia; ha vinto, sempre nel 2024, il primo premio “I luoghi per lo sport” di Inarch Piemonte; quest’anno ha ricevuto la menzione d’onore all’Alpi design Award nella categoria Architettura e Ambiente e si è classificato al primo posto al Festival all’insù “Abitare minimo in montagna” nella sezione Architettura minima.
Una bella soddisfazione per tutti quelli che hanno lavorato al progetto e, in particolare, per l’architetto Scaramellini. «Il progetto ha ricevuto grandi apprezzamenti - dice il professionista dello - e ne siamo ovviamente contenti. È un lavoro di squadra che ha beneficiato dell’apporto fondamentale di ciascuno di noi: dai progettisti all’impresa (Cantieri Triaca di Gera Lario), all’Accademia del calcestruzzo e alla Fondazione – Istituto Italiano per il calcestruzzo. Un esempio di architettura sportiva di montagna che stiamo presentando in giro per l’Italia: abbiamo già illustrato il progetto al Politecnico di Torino e a maggio saremmo ad Urbino».
L’edificio è di fatto un grande monolite «dai caratteri al contempo naturali ed antropici» spiega Scaramellini. Un grande masso che eleva verso l’alto e che prende a propria misura alcune delle alberature ad alto fusto lì vicine.
La pianta è poligonale con sezione a copertura inclinata. L’edificio è realizzato completamente in calcestruzzo pigmentato gettato in opera secondo cinque riprese. Il basamento è interamente complanare, mentre i livelli superiori sono caratterizzati da un gioco geometrico di sfondati di diverse profondità e larghezze, sfalsati verticalmente. Il calcestruzzo pigmentato e trattato con diversi gradi di sabbiatura cambia colore a seconda degli orari della giornata e delle condizioni atmosferiche. «Verso nord, attraverso un angolo convesso, l’edificio si manifesta in modo imponente e vigoroso, riportando l’occhio e la mente di chi lo osservi ad una grande ed insormontabile parete rocciosa – si legge nella descrizione della struttura -. Verso sud emerge l’unica e grande apertura finestrata del blocco che inonda di luce l’interno».
La struttura, bella architettonicamente parlando, è soprattutto perfettamente utilizzabile. Attualmente è aperta su prenotazione, ma da settembre la gestione sarà affidata ad una società.
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