Amianto. Questo l’esito delle analisi commissionate dalla Provincia di Sondrio per capire se nel materiale ritrovato durante gli scavi del cantiere della nuova Provinciale Trivulzia che collegherà il Ponte Nave e il Ponte di San Pietro a Samolaco sta procurando.
A destare perplessità non erano tanto i materiali trovati per la parte strettamente edile, ma la presenza di alcune guaine che avevano destato perplessità fin da subito. E, infatti, all’interno delle stesse è stato trovato amianto. Ovviamente va tenuto monitorato anche il sottosuolo. Come noto la Provincia di Sondrio, su sollecitazione di Arpa, ha commissionato la realizzazione di tre piezometri profondi 8 metri per indagare su un possibile interessamento delle acque di profondità. Il ritrovamento di quella che è di fatto una piccola discarica abusiva di materiale edile demolito risale ad ottobre dello scorso anno.
Sul posto erano intervenuti i forestali dei Carabinieri per la verbalizzazione e i tecnici di Arpa. Questi ultimi avevano prodotto una relazione alla quale la Provincia si sta attenendo scrupolosamente. Il materiale sarebbe lì dagli anni ‘80. Epoca in cui la sensibilità ambientale era certamente ridotta rispetto a quella attuale. I lavori di realizzazione del tracciato che by-passerà gli abitati delle frazioni di Samolaco poste sotto la sponda destra della valle sono partiti all’inizio della scorsa estate.
Un anno di cantiere, insomma, con ritardi che si sono andati accumulando e che sono difficilmente quantificabili. A febbraio si parlava di un paio di mesi. Ora probabilmente sono di più L’intera operazione costerà alle casse della Provincia di Sondrio oltre 8 milioni di euro. Attualmente l’opera più imponente mai realizzata in valle almeno negli ultimi 30 anni. Sulla discarica di rifiuti, si tratta di inerti da demolizione, rinvenuti all’interno dell’area di cantiere sta indagando anche il Comune di Samolaco, che nei mesi scorsi ha emanato un’ordinanza che individua i proprietari delle aree interessate e ordina loro di procedere con un piano di caratterizzazione del terreno con una ricostruzione storica del sito e indagini finalizzate alla definizione dello stato dell’ambiente del suolo.
Per quanto riguarda il ritrovamento dell’amianto, la Provincia di Sondrio, che come la ditta incaricata e i progettisti ovviamente non ha nessuna responsabilità rispetto a quanto accaduto, si è già attivata. Con un incarico per la rimozione del materiale. Rimozione che non può essere fatta secondo normali procedure. Si tratta di rifiuti speciali e inquinanti. Infatti, il costo dell’operazione è di tutto rispetto. Si parla di 60 mila euro.
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