Avevano pianificato di percorrere 8.800 chilometri in tre settimane, quelle delle loro ferie estive, per raggiungere Capo Nord su Vespe d’epoca ed hanno “sforato” di pochissimo. Alla fine i chilometri percorsi sono stati 8.990, ad una media di 55 chilometri orari, con una velocità di punta di non oltre 75 e con una “tirata” massima di 615 chilometri-giorno a fine viaggio, quando si è trattato di percorrere l’ultimo e sempre tribolato “miglio” che li separava da Francoforte sul Meno a casa.
«Siamo partiti alle 8 del 21esimo giorno di viaggio da Oberzell, qualche chilometro sotto Fulda e non troppo distante da Francoforte, per arrivare alle 21.30 a Montespluga e fermarci a mangiare una pizza - dicono Aldo Acquistapace, 34 anni, di Chiavenna, padre di una bimba piccola, e Marzio Pighetti, 51 anni, pure di Chiavenna, e padre di tre figli -, prima di riprendere la discesa verso casa. Intorno alle 23.30 siamo arrivati nel punto esatto da dove eravamo partiti, davanti al “Pastificio di Chiavenna”, conosciuto come “Pastificio Moro”, per il quale lavoriamo come meccanici, addetti alla manutenzione. Siamo lì da anni, ci troviamo benissimo e ringraziamo i titolari per averci permesso di andare via tre settimane di fila anziché due e di farlo insieme. Non è cosa da poco per l’azienda, perché ha significato poter contare per una settimana su un solo collega addetto alla manutenzione».
Sono grati di tutto ciò Aldo e Marzio, perché hanno potuto coronare il loro sogno, raggiungere Capo Nord a bordo di una Vespa Primavera 125 del 1976 e di una Vespa 125 Px del 1982, con tenda e sacco a pelo, senza colpo ferire, nonostante sia stato necessario apportare qualche “correttivo” in corso d’opera, cambiare la gomma posteriore, rabboccare l’olio e manutenere alcuni pezzi. Ma ce l’hanno fatta da soli, tranne a Copenaghen dove hanno dovuto cercare un meccanico, Peter, che avesse dei pezzi di ricambio d’epoca. L’hanno trovato e, in un attimo, ha permesso loro di riprendere il viaggio che, da lì in poi è stato uno spettacolo unico. Letteralmente impresso nei loro occhi, che parlano di una Danimarca eccezionale, di una Svezia fatta di strade pianeggianti costellate di alberi, di una Finlandia brulla e zeppa di laghi, e di una Norvegia tutta fiordi, passi alpini, tunnel sotterranei che si infilano nell’oceano e sbucano a cavallo di acqua e isole secondo quello che è il tracciato di una impressionante Atlantic road.
«Dal punto di vista paesaggistico è stato uno spettacolo via l’altro, un viaggio entusiasmante - assicurano Marzio e Aldo -, che occorrerebbe qualche giorno in più per poter assaporare del tutto. Noi abbiamo dovuto fare una corsa contro il tempo perché dovevamo tornare al lavoro, ma non potremo mai dimenticare gli spazi immensi e vuoti della Scandinavia, chilometri e chilometri macinati da soli su strade larghe e i continui stop and go in Finlandia e oltre per far attraversare le renne. E tutti che rallentano per farle passare, non come da noi dove se ti esce un cervo è un problema. Eravamo circondati da renne persino al distributore di benzina, bellissimo. E, poi, a Capo Nord l’emozione provata è stata fortissima, soprattutto oltre il Globo, nove chilometri più su dove c’è il vero Capo Nord raggiungibile solo a piedi. Siamo stati fortunati a poterlo raggiungere perché abbiamo trovato due giorni di bel tempo di fila, cosa più unica che rara, ed è stata una meraviglia indescrivibile».
Altri due momenti indimenticabili, il passaggio sul Geirangerfjord, in Norvegia, patrimonio dell’Unesco, e sul Lysefjord sede del punto panoramico di Preikestolen, 700 metri a picco sull’oceano. «E poi c’è stato il lato umano del viaggio - dicono gli avventurieri -, il fatto di essere accolti ovunque con simpatia per il fatto di viaggiare su Vespe d’epoca con bandierina italiana al seguito, di essere aiutati in tutto, e di svegliarci, persino, un mattino, con una bottiglia di vino rosso toscano sul sellino, lì sistemata da un turista romano di passaggio che ci ha lasciato anche un messaggio e che abbiamo contattato subito dopo. Era in viaggio in solitaria in auto e ci siamo ripromessi di vederci un giorno». Quanto ad un possibile ritorno in Scandinavia, Aldo e Marzio lo hanno già messo in conto «ma con altri mezzi», assicurano.
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