Violenza sulle donne, i numeri di un’emergenza. I racconti a Piateda

Resta stabile il numero delle donne in provincia di Sondrio che si sono rivolte al centro antiviolenza «Il coraggio di Frida» nel 2024, ma ci sono state anche donne accolte nella casa rifugio della cooperativa Lotta contro l’emarginazione, soluzione adottata quando il rischio per la donna e, se ci sono, per i figli è elevato.

Se n’è parlato nella sala Songini di Piateda, venerdì sera, in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne per iniziativa di Comune di Piateda, Officina delle idee e biblioteca che hanno promosso la serata di sensibilizzazione “Dal buio alla luce” con l’intervento di Alessandra Brusa, psicologa e operatrice di accoglienza del centro antiviolenza, Maddalena Masala, coordinatrice della casa rifugio di cooperativa Lotta contro l’emarginazione e la collega Graziella Corbo.

Partendo dal 2024, i dati parziali fino al 15 novembre vedono 177 nuovi contatti ricevuti dal centro antiviolenza, 107 donne seguite di cui 66 nuove prese in carico. L’anno scorso (dal 1° gennaio al 31 dicembre) erano stati 176 i nuovi contatti con 116 donne seguite di cui 80 nuove prese in carico. Quanto alla provenienza, «accedono maggiormente, per una questione di comodità perché il centro si trova a Sondrio, donne della zona di Sondrio – ha detto Brusa -. Le zone periferiche sono più silenti, ma ciò non perché non ci sia il problema». Quanto al tema della serata – le case rifugio – Brusa ha spiegato che sono l’estrema soluzione, «l’unico modo per uscire in sicurezza della relazione violenta quando il rischio è elevato», anche se ciò rappresenta un grande impegno per loro perché devono allontanarsi dalla propria abitazione, quotidianità, lavoro e amicizie. Mentre l’uomo maltrattante resta a casa, il peso maggiore ricade ancora sulla donna. Osservando i dati dei servizi attivati nel 2024, quello di protezione in casa rifugio rappresenta il 12,12 per cento, mentre il supporto psicologico è il 10,61 per cento, la consulenza legale il 21,21 per cento e la denuncia il 37,88 per cento. L’anno scorso invece, la protezione è stata dell’11,25 per cento, il supporto psicologico il 16,25 per cento, la consulenza legale il 25 per cento e la denuncia il 31,25 per cento.

La cooperativa Lotta contro l’emarginazione gestisce sette case rifugio ad indirizzo segreto dislocate sul territorio lombardo che accolgono donne vittime di violenza sole o con figli. Le donne vengono sostenute nel percorso di fuoriuscita dalla violenza e supportate in un progetto di vita verso l’autonomia.

Dal 2017 sono state accolte 46 donne e 38 bambini dai 6 mesi ai 16 anni con un tempo medio di permanenza di circa 10 o 12 mesi; 39 donne hanno trovato lavoro, 11 accedendo a tirocini o borse di lavoro e 39 donne ora vivono in autonomia. In provincia di Sondrio nel 2024, nei 5 posti disponibili, sono state accolte una donna con due minori di 4 e 7 anni e una donna con un figlio adolescente. Non tutte le donne vengono inserite sul territorio, ma vi può essere la necessità di spostarle fuori dalla provincia.

«Le aiutiamo a costruirsi una vita nuova e indipendente – ha affermato Masala -. Per loro non è facile; tutto ciò rappresenta anche una fatica e una sfida. Le donne non possono usare il cellulare, con conseguenti disagi e difficoltà anche quando si spostano in città che non conoscono senza Google maps, per fare un esempio. E pensiamo agli adolescenti, loro figli, che non possono usare il cellulare; ai figli più piccoli che, nella nuova scuola, dove cominciano a farsi nuovi amici non possono dire dove vivono».

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