Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 14 Ottobre 2021
Vigilia Green pass
regna l’incertezza
«Troppe divisioni»
15 ottobreDomani certificato obbligatorio per lavorare
Zamboni (Cgil): «Sarebbe stato meglio l’obbligo vaccinale»
No vax convinti che hanno deciso autonomamente di autosospendersi dal lavoro in segno di protesta nei confronti dei provvedimenti governativi; farmacie del capoluogo sature di prenotazioni da qui a fine anno per i tamponi, molti dei quali di insegnanti che li hanno cadenzati in base agli orari scolastici; qualche “pentito” dell’ultimo minuto che si è vaccinato, ma in attesa della certificazione sanitaria attinge alle ferie residue; e un mondo di dipendenti pubblici pronti ad abbandonare definitivamente lo smart working.
In ufficio
Tra questi anche l’ultima quota residuale dei lavoratori del Comune di Sondrio, poco meno dell’8% da gennaio a settembre rispetto ai 107 dipendenti (sui 163 totali) cui il lavoro agile è applicabile. I più “tranquilli” sono i dipendenti degli ospedali e delle strutture socio sanitarie valtellinesi dove, come in tutto il resto del Paese, l’obbligo vaccinale è in vigore già da tempo, «per i quali - ammette Michela Turcatti, segretario generale della Fp Cgil - non giungono segnalazioni particolari».
Cosa succederà esattamente domani, all’entrata in vigore del Green pass obbligatorio sul posto di lavoro anche in provincia di Sondrio nessuno sa dirlo con esattezza, ma visto il clima di radicalizzazione e il livello dello scontro sempre più acceso da parte di chi contesta la misura del Governo, oltre alle difficoltà organizzative e gestionali già segnalate dalle aziende, in particolar modo dagli operatori della logistica, e tra loro i numerosissimi “padroncini” che si occupano delle consegne delle merci nelle case e nei negozi, a prevalere tra chi si occupa di lavoratori è la preoccupazione.
Lo dichiara apertamente Guglielmo Zamboni, segretario generale della Cgil di Sondrio, senza nascondere la contrarietà per un provvedimento che, ne è convinto, rischia soltanto di spaccare il mondo del lavoro. «E chissà che non sia proprio questa la volontà».
«Non da oggi, ma fin da subito, da quando cioè è stato impedito ai lavoratori di recarsi nelle mense abbiamo detto che questa del Green pass era un’operazione sbagliata - sostiene Zamboni -. Sbagliata perché arriva alla vigilia di riforme epocali come la riforma del mercato del lavoro, quella degli ammortizzatori sociali, la riforma delle pensioni, del Fisco e della sanità, solo per citarne alcune, Cambiamenti che avranno un riflesso diretto sulle persone che rappresentiamo. Portare un elemento di divisione nel mondo del lavoro come questo era ed è sicuramente sbagliato».
Meglio l’obbligo
Il segretario generale ricorda come la Cgil, ma anche gli altri sindacati, avessero chiesto l’introduzione dell’obbligo vaccinale che avrebbe evitato inutili confusioni. «Purtroppo al Governo è mancato questo coraggio - insiste Zamboni -. Dalle dichiarazioni di sabato scorso del ministro Speranza, che per la prima volta ne ha parlato, auspichiamo che si possa arrivare a quel provvedimento».
Ma prima di qualunque “ripensamento” c’è lo scoglio di domani da superare. «Siamo davvero molto preoccupati - ammette Zamboni - perché da un lato c’è un problema organizzativo e gestionale dentro le aziende e dall’altro c’è una radicalizzazione delle persone. Se dovessimo andare a discutere di queste cose in un’azienda rivivremmo le stesse divisioni che ci sono nella società. Ma non vogliamo farlo perché compito del sindacato è tenere unito il mondo del lavoro, tutelarlo e difenderlo».
Confusione e incertezza riguardano anche lo smart working soprattutto nella Pa. «Il decreto ministeriale dice che dal 15 ottobre la modalità ordinaria è in presenza - sottolinea Turcatti - ma non esclude di poter continuare anche in smart working. Stiamo tenendo monitorate le varie situazioni, convinti che il lavoro agile non sia un privilegio, ma una possibilità da regolare e tutelare».
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