Vendevano false dichiarazioni di ospitalità
agli immigrati: ad un egiziano e alla moglie
sequestrati i beni anche a Teglio e Tresivio

Gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno eseguito un importante sequestro propedeutico alla confisca di tutti i mobili ed immobili, per circa un milione e mezzo di euro, di un egiziano di 37 anni, detenuto ormai da quasi sei mesi in carcere a Piacenza

A inizio dicembre era stato arrestato perchè accusato di aver venduto false dichiarazioni di ospitalità a immigrati per fare ottenere permessi di soggiorno, soprattutto a richiedenti asilo, anche in abitazioni di sua proprietà, e intestate alla moglie, a Teglio e Tresivio. E oggi gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno eseguito un importante sequestro propedeutico alla confisca, emesso dalla Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano, di tutti i beni mobili ed immobili, per circa un milione e mezzo di euro, di un egiziano di 37 anni, detenuto ormai da quasi sei mesi in carcere a Piacenza.

La vicenda era venuta alla luce proprio a inizio dicembre, quando lo straniero era finito in manette. L’indagine che ha portato alla ricostruzione del patrimonio dell’egiziano e della moglie, connazionale di 35 anni, è nata dal monitoraggio degli agenti della Divisione anticrimine della Questura, su una presentazione anomala di numerose richieste di ospitalità effettuate dall’uomo a favore di connazionali.

E’ emerso come l’egiziano aveva acquistato diversi immobili nella zona di Pioltello (Milano) e proprio nelle due località valtellinesi, in tutto 15 immobili, di cui uno a Teglio e uno a Tresivio, e 5 terreni, tra cui un vigneto, tutti in Valtellina, intestandoli alla moglie e a prestanome.

Con gli elementi forniti dell’Ufficio immigrazione della Questura di Milano, i poliziotti della Seconda sezione della Squadra Mobile hanno quindi avviato un’indagine sull’egiziano per falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, intestazione fittizia di beni ed autoriciclaggio, e su altri altri sette stranieri. Nel corso dell’indagine sono state accertate innumerevoli vendite di dichiarazioni di ospitalità fittizie a favore di richiedenti asilo politico per fare avere loro titoli di soggiorno. Insomma, l’arrestato fingeva di ospitare gli stranieri nelle sue abitazioni, così che loro potessero avere la residenza nei paesi della provincia di Sondrio e, poi, ottenere più facilmente il permesso di soggiorno.

Con la moglie tra il 30 giugno 2020 e l’8 agosto 2023 ha presentato presso il Comune di Pioltello 60 dichiarazioni di ospitalità e sette iscrizioni anagrafiche di residenza fittizie a favore di altrettanti extracomunitari, ricavando una cifra superiore ai 100mila euro; non si sa invece al momento quante siano state le dichiarazioni fittizie presentate a Teglio e Tresivio nello stesso periodo e prima che venissero entrambi colpiti da ordinanza di misura cautelare. Per una dichiarazione di ospitalità nel Comune dell’hinterland milanese si facevano pagare 700-800 euro, per una richiesta nei comuni valtellinesi incassavano un po’ meno, una cifra pari a 600 euro; mentre per un’iscrizione anagrafica di residenza la “tariffa” era di mille euro.

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