Vasto rogo sopra Teglio, investigatori
ottimisti sull’individuazione del piromane

Si tratta di capire se all’individuo notato da alcuni testimoni e immortalato dalle telecamere mentre si allontana in auto dalla zona si riesca ad attribuire un’identità e, inoltre, se si accerti che abbia realmente avuto un ruolo, magari con alcuni complici, nell’inferno di fuoco che si è scatenato sulle pendici delle montagne di San Giovanni e Cà Scranzi

Gli investigatori del Gruppo Carabinieri Forestali si dicono fiduciosi sull’esito dell’indagine avviata sin da subito e volta a dare un volto e un nome al piromane - ammesso che sia soltanto uno e non di più - che, nei giorni scorsi, ha incendiato un’area vasta circa due ettari nel territorio comunale di Teglio. «Siamo ottimisti per il suo riconoscimento. Attendiamo il responso dei filmati delle telecamere presenti in zona, già acquisiti e ora posti al vaglio», dice chi indaga coordinato dal colonnello Andrea Turco. Al lavoro sul caso anche i militari della locale caserma e i colleghi della Compagnia di Sondrio, guidata dal maggiore Marco Issenmann. Si tratta di capire, innanzitutto, se all’individuo notato da alcuni testimoni e immortalato dalle telecamere mentre si allontana in auto dalla zona, zainetto sulle spalle, si riesca ad attribuire un’identità e, inoltre, se si accerti che abbia realmente avuto un ruolo, magari con alcuni complici, nell’inferno di fuoco che si è scatenato sulle pendici delle montagne di San Giovanni e Cà Scranzi e non lontano dal cimitero.

All’inizio si pensava che il rogo fosse dovuto agli effetti di un grosso petardo o artifizio fra quelli magari avanzati dopo i festeggiamenti di Capodanno, incautamente lanciato nella pineta da qualche residente o turista. Invece, ben presto, ci si è resi conto che le fiamme erano di natura dolosa e, in più punti, infatti, sono stati rinvenuti gli inneschi nel terreno arso per il prolungato periodo di assenza di precipitazioni piovose o nevose. «Sono stati almeno cinque i luoghi in cui sono stati appiccati gli incendi - si limita a dire il comandante Turco - ma l’opera di accertamento, una volta conclusa la bonifica, non è ancora stata ultimata, motivo per il quale non è da escludere che siano di più. In ogni caso è certo, sin da ora, che si sia trattato di un’azione dolosa». Ingenti i danni al patrimonio ambientale, ancora da quantificare, ma da monitorare, inoltre, le possibili, future conseguenze per quanto concerne l’assetto idrogeologico di un territorio già fragile con il rischio di nuovi smottamenti e dissesti.

Tutto ha avuto inizio nella tarda serata di mercoledì, quando è scattato il primo allarme. E solo il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha impedito che il fuoco appiccato a una legnaia si estendesse a una vicina abitazione. Non si registrano, fortunatamente, nè vittime, nè feriti. Ma il lavoro delle squadre di pompieri effettivi, giunti con i mezzi a sirene spiegate dal Comando provinciale di Sondrio, dal distaccamento di Tirano, oltre che dalle sedi dei volontari di Ponte in Valtellina, Tresivio e Tirano stessa, è durato per parecchie ore: non è bastata l’intera notte. Anche perchè gli uomini impegnati, compresi i volontari del Gruppo antincendio boschivo della Comunità Montana sondriese, non facevano in tempo a domare, almeno in parte, un rogo, che subito ne spuntava un altro sul fianco della montagna presa di mira.

Intanto il primo cittadino di Teglio, Ivan Filippini, ha annunciato che è già in programma il potenziamento del sistema di videosorveglianza, ma che è alla luce di quanto è accaduto con l’inizio dell’anno nuovo, l’amministrazione comunale da lui guidata farà di tutto per accorciare i tempi dell’intervento, assai utile per la sicurezza dell’intero abitato. Nel frattempo si spera che le forze dell’ordine riescano a smascherare il folle incendiario, anche per capire se esista un movente che lo ha mosso o se, invece, si sia trattato del gesto di una persona con gravi turbe mentali.

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