Vandali alla scuola di Sondrio,
dai video poche tracce:
l’indagine è complicata

I vandali hanno distrutto alcune costose lavagne interattive di ultima generazione, hanno sfondato con gli estintori porte e altro costoso materiale informatico, reso inutilizzabile l’impianto idraulico ed allagato aule e corridoi. Si calcola, in via ancora approssimativa, un danno stimato in circa 100mila euro

Si sta presentando più complicata del previsto l’indagine della Squadra Mobile della questura cittadina per fare piena luce sul grave episodio di vandalismo che alla media Ligari, situata in pieno centro nel capoluogo, nella notte fra giovedì e venerdì scorsi ha distrutto alcune costose lavagne interattive di ultima generazione, ha sfondato con gli estintori porte e altro costoso materiale informatico, reso inutilizzabile l’impianto idraulico e allagato aule e corridoi. Si calcola, in via ancora approssimativa, un danno stimato in circa 100mila euro.

La scuola, alla quale sono iscritti quasi trecento giovanissimi, è stata dichiarata inagibile sin dalla mattinata di venerdì, quando c’è stato il primo intervento dei Vigili del fuoco del Comando provinciale, sul posto con il primo cittadino Marco Scaramellini, gli agenti delle Volanti e della Scientifica con carabinieri e Polizia locale. Poi la dirigente scolastica, Ombretta Meago, ha informato le famiglie che la scuola, in virtù anche dell’ordinanza del sindaco, sarebbe rimasta chiusa sino a lunedì compreso. Tuttavia, in relazione alla portata dei danneggiamenti subiti e degli interventi necessari per ripristinare le condizioni di sicurezza, non è da escludere che oggi si decida per uno slittamento del giorno di riapertura e, pertanto, per il ritorno in aula degli studenti.

Ieri, nel frattempo, si era diffusa la voce che le forze dell’ordine avessero individuato i presunti responsabili: si parlava diffusamente, in città, di due giovani. Ma chi indaga ha smentito con forza la circostanza. Al punto che pure nella giornata festiva gli investigatori della Terza sezione della Mobile, quelli che generalmente si occupano dei reati contro il patrimonio, sono stati chiamati a prestare servizio, come tutti gli altri giorni per cercare di giungere il prima possibile alla tanto attesa svolta. A ostacolare gli accertamenti dei detective del commissario capo Francesco Castaldo ci sarebbe, inoltre, un elemento inatteso. Una volta acquisiti i video dei sistemi di videosorveglianza presenti nel perimetro dell’istituto scolastico e anche un poco oltre, per allargare l’area di osservazione, i poliziotti hanno iniziato la visione e così si sarebbe scoperto la pessima qualità di alcune immagini, mentre alcuni impianti di ditte private risultavano spenti e altri, invece, guasti.

I filmati potrebbero fornire un importante apporto all’attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore Giulia Alberti, il magistrato della Procura diretta da Piero Basilone che si sta occupando dei casi più difficili in Valtellina, ma se sono poco nitidi l’utilità risulta assai ridotta, rispetto alle aspettative. Tuttavia sarebbe ingeneroso affermare che la Polizia “brancola nel buio”, in quanto ci sarebbero alcune piste concrete battute per giungere abbastanza in fretta all’individuazione dei responsabili. «I tempi, forse, si allungano, ma siamo convinti di potercela fare a dare una risposta», si lascia sfuggire un investigatore di punta. Il questore, Sabato Riccio, ha messo in campo tutte le risorse umane disponibili per risolvere il caso, chiedendo il massimo impegno agli uomini della Terza sezione, ma anche agli altri colleghi chiamati direttamente in causa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA