
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 25 Giugno 2021
Valfontana, ha vinto il lupo
«Ha sbranato 40 pecore
Siamo dovuti scappare»
«Venderemo il gregge, ma almeno vogliamo risposte»
«Ci arrendiamo, non ce la facciamo più. Ha vinto il lupo».
Poche parole, affrante e disperate: Arturo Gola e Grazia Maria Pola, marito e moglie, allevatori, hanno deciso di abbandonare la loro vita tra le pecore, hanno deciso che venderanno il gregge dopo essere scappati letteralmente dalla Valfontana per l’arrivo del predatore. Una scelta sofferta e difficile, ma, e lo dicono proprio loro, non ce la fanno più.
«E’ arrivato il lupo - racconta Gola, che con la moglie è titolare dell’azienda agricola “El Sit” a Ponte in Valtellina, località Strefodes, un agriturismo con pecore di razza ciuta in via di estinzione e trote - e in un mese ha massacrato 40 pecore, tra noi e il nostro collega vicino. Siamo scappati, io, mia moglie, nostro figlio di un anno e mezzo e le nostre 65 pecore, ci siamo rifugiati a 20 chilometri di distanza, a Triangia, località Moroni, frazione di Sondrio. Con un lupo davanti alla porta di casa cos’altro potevamo fare? Aprivamo la porta e trovavamo la devastazione. Abbiamo fatto questa scelta per salvare il nostro gregge, che è la nostra famiglia». Sono passati ormai due mesi, e Arturo Gola chiede delle risposte.
«Non voglio aiuto, ma risposte dalle istituzioni sì - prosegue -. Voglio sapere cosa devo fare, cosa si intende fare con i lupi. Ma nessuno sa niente, E ora siamo arrivati al capolinea, siamo costretti a dar via le nostre pecore, a vendere tutto dopo 8 anni di lavoro e sacrificio. Ci hanno ammazzato».
Sono davvero forti le parole dell’allevatore 36enne, che in questi due mesi ha tentato di far sopravvivere la sua attività, ma che ora si vede costretto ad abbandonare lavoro e passione di una vita.
«Ho anche chiesto in Comune un aiuto, la possibilità di allargare la stalla per poter tenere le pecore al sicuro in inverno, ma mi è stato risposto che non è possibile - prosegue Gola -. Nessuno fa niente per aiutarci, ma poi dicono che vogliono far rivivere la montagna, agevolare i giovani. Non possiamo convivere con il lupo, purtroppo. E per salvare le ciuta non c’è altro che possiamo fare, non possiamo stare a Moroni per sempre. A Strefodes avevo già pagato l’affitto per il monte, per mandare su le pecore a pascolare. Ma in queste condizioni è impossibile, non posso darle in pasto ad un grande predatore carnivoro specializzato».
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