Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 22 Maggio 2017
«Vaccini obbligatori? D’accordo»
Il dirigente dell’Ufficio scolastico, Pietraforte, plaude all’iniziativa del Consiglio del ministri. «Quello della salute è un diritto e prevede che si possano rendere obbligatori per legge i trattamenti sanitari».
Obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a nidi e alla scuola dell’infanzia? Ben venga. Chi sovrintende al sistema istruzione di Valtellina e Valchiavenna accoglie con favore il decreto legge varato venerdì dal Consiglio dei ministri: «Condivido in toto le azioni governative in materia che, sancendo l’obbligatorietà della vaccinazione nella scuola dell’obbligo fino a 16 anni, e in mancanza della stessa, prevedono il vincolo della non iscrizione per la fascia di età da zero a sei anni - dice Mavina Pietraforte, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio (Ust, l’ex-provveditorato) -, rispondono ad esigenze di tutela della salute pubblica».
Insomma salute e istruzione è giusto che procedano di pari passo e chi governa deve far sì che la salute di chi sta a scuola sia garantita, adottando i provvedimenti necessari.
Tant’è. Immediato il richiamo alla Costituzione della massima autorità scolastica provinciale: «Il diritto alla salute è costituzionalmente garantito, all’articolo 32, e in ragione della suddetta tutela, si prevede pure, che con disposizioni di legge si possa obbligare a determinati trattamenti sanitari» rimarca.
Come sostiene Pietraforte, «nella scuola la possibilità di diffusione di malattie endemiche, che si credevano sconfitte, è alto e dunque le opportune misure di prevenzione vanno prese inevitabilmente nell’ambiente scolastico - l’opinione della dirigente dell’Ust di via Donegani -, che è la formazione sociale immediatamente seguente a quella di appartenenza, che è la famiglia».
L’obbligatorietà, doveroso ricordarlo, ci sarà ma soltanto per asili nido e scuole materne, cioè per i bambini da zero a sei anni. Ma sul nostro territorio si sta parlando di migliaia di bimbi. Basti dire, per avere un minimo quadro della situazione in provincia, che le scuole statali dell’infanzia sono 66, cui bisogna aggiungerne una trentina di paritarie, che, tradotti in alunni, diventano 3.204 quelli iscritti agli asili statali e 1.800 circa nelle paritarie. Ossia più di 5.000 bambini (dati dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, ndr), cui vanno però aggiunti anche quelli che frequentano gli asili nido.
Nel dettaglio obbligatori saranno i vaccini contro polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, emofilo B, meningococco B e C, morbillo, rosolia, parotite e varicella, finora solo raccomandate. Per le scuole dell’obbligo - primarie, medie e superiori, da sei a 16 anni -, invece, la mancata vaccinazione porterà a una sanzione pecuniaria nei confronti dei genitori, come chiesto dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. Una multa che va da un minimo di 500 a un massimo di 7.500 euro in caso di violazione dell’obbligo vaccinale, che sarà irrogata dalle Agenzie di tutela della salute (Ats), a cui ogni scuola avrà l’obbligo di segnalare gli inadempienti. Non sarà immediatamente sanzionata la famiglia che non ha ottemperato l’obbligo, alla quale sarà dato qualche giorno di tempo per mettersi in regola.
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