Vaccini agli over 60

nelle zone a rischio

E la coperta è corta

«Non lasciamo vaccini fermi in frigorifero».

Questo l’imperativo categorico sposato dai “piani alti” di Regione Lombardia, con i “generali”, Attilio Fontana, presidente, Letizia Moratti, vicepresidente, Guido Bertolaso, “guru” dell’emergenza Covid, e Gianni Pavese, neo direttore della Direzione generale Welfare, determinati a gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Laddove l’ostacolo è rappresentato da una carenza di offerta, di vaccini, rispetto ad un’elevata domanda, sempre di vaccini, in termini di adesioni alla campagna in corso.

A ieri, erano saliti a 508.040 i lombardi over 80 aderenti alla vaccinazione, con un picco di adesioni massimo riscontrato proprio nella nostra Ats della Montagna, dove, più del 70% degli aventi diritto, 13.819 in totale nella nostra provincia, ha già chiesto di poter essere vaccinato tramite i canali aperti da Regione Lombardia, siano il portale apposito, piuttosto che le farmacie o i medici di base. E che, ora, scalpitano per essere vaccinati e “vigilano” che altri non “passino loro avanti”.

Solo martedì sono stati 193 gli over 80 vaccinati nei centri di Ats della Montagna, da noi a Morbegno e Bormio, oltre a 11 under 80, intesi come operatori sanitari e socio assistenziali non vaccinati in prima battuta. Per un totale di 204 dosi somministrate in un giorno che portano il totale delle prime dosi a 1.429 fra gli anziani e a 624 fra gli under 80. Per un complessivo di 2.053 dosi somministrate dal 18 febbraio a martedì oltre a 26 richiami. Anche se l’accento su questi ultimi, a meno di contrordini da parte del ministero della Salute, per il tramite dell’Istituto superiore di sanità, sarà molto meno marcato. Perché sia Moratti sia Bertolaso sono decisi ad attingere anche alle scorte, a quel 30% del totale dei vaccini assegnati che, fino ad ora, sono rimasti in frigorifero per assicurare il richiamo.