Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Dicembre 2015
«Uomo d’altri tempi. Era lui il benefattore di Natale»
Era Piero Melazzini colui che ogni anno a Natale metteva un cospicuo assegno nelle mani del sindaco perché lo utilizzasse a favore della crescita e delle esigenze del capoluogo, l’anonimo benefattore di cui le cronache cittadine hanno sempre dato conto senza poterne svelare l’identità.
«Un uomo autorevole, per qualcuno autoritario, ma con un tratto gentile di persona d’altri tempi. Di gentiluomo dei primi del Novecento, di quelli così difficile da trovare in una società a tratti superficiale, che va veloce».
A ricordare Piero Melazzini, la persona ancor prima che il cavaliere, è il sindaco di Sondrio Alcide Molteni che insieme a lui, dall’alto dei due palazzi di piazza Campello e piazza Garibaldi, ha condiviso un lungo tratto di strada istituzionale oltre che umana.
E lo fa attingendo ai ricordi più intimi, ai tratti delicati di quell’uomo «che - dice - aveva la consuetudine di mandare biglietti e cartoncini scritti rigorosamente a mano, quando ormai tutti usano computer e smartphone, per significare particolari momenti, per manifestare pensieri e riflessioni». Di quei piccoli manoscritti, Molteni ne conserva tanti, ma ce n’è uno in particolare che adesso vuole ricordare. «Si tratta di una lettera che mi ha inviato per i messaggi che rivolgo annualmente ai sondriesi in occasione del Natale - racconta il sindaco -. Una dimostrazione della sua attenzione alle dinamiche cittadine, al suo essere partecipe della vita del capoluogo. Lo faceva scrivendo la lettera ai soci della Banca Popolare di Sondrio, ma anche leggendo quello che gli altri pensavano come me».
Non per niente la notizia della morte di Melazzini lascia un profondo sgomento nell’animo del primo cittadino e medico di Sondrio: «Ogni persona che muore è importante e lascia un segno in chi l’ha amata e conosciuta- sottolinea Molteni -, nel caso di Melazzini ci sono ricordi e considerazioni che me lo rendono non indifferente. Tratti di personalità che non tutti conoscevano e che ne facevano un vero gentiluomo».
Gentiluomo anche nel non voler mostrare la generosità nei confronti della sua città, della comunità sondriese. È ancora il sindaco a svelare il segreto: era Melazzini colui che ogni anno a Natale metteva un cospicuo assegno nelle mani del sindaco perché lo utilizzasse a favore della crescita e delle esigenze del capoluogo, l’anonimo benefattore di cui le cronache cittadine hanno sempre dato conto senza poterne svelare l’identità.
«Ora che non c’è più, mi ritengo libero di poter dire a tutti che il benefattore di Natale era lui - dice Molteni -. Per tanti anni ha consegnato nelle mie mani risorse economiche da utilizzare per gli scopi che avrei ritenuto più opportuni, avendo fiducia e rispetto delle mie decisioni, della mia gestione. Sapendo che entrambi avremmo comunque avuto un occhio di riguardo per le situazioni più critiche».
Fiducia, delicatezza, generosità, ma anche un’estrema schiettezza. «Una volta gli mandai una pagina scritta di mio pugno con alcune considerazioni ispirate da un incontro che avevamo condiviso, ebbene mi rispose con un “signor sindaco, mi scusi ma non ho capito nulla”...»n
M. Bor.
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