«Uno sguardo da dentro», il carcere visto attraverso l’occhio fotografico dei detenuti: il penitenziario diventa una galleria d’arte

Domenica mattina la presentazione della mostra “Uno sguardo da dentro, il carcere visto attraverso l’occhio fotografico dei detenuti” nei corridoi della casa circondariale di via Caimi, a Sondrio, trasformatisi per alcune ore in una vera e propria galleria d’arte, ma non solo, perché le 29 stampe fotografiche saranno visibili a tutti, giovedì pomeriggio, nella sede Enaip (Ente nazionale Acli di istruzione professionale) di Morbegno promotrice dell’iniziativa e la vorrebbe ospitare a palazzo Pretorio, a Sondrio, anche Maurizio Piasini, assessore comunale ai Servizi sociali.

«É stato importante il momento di restituzione alla città dentro la casa circondariale del lavoro svolto da Enaip Morbegno su finanziamento di Pro Valtellina onlus - dice Andrea Donegà, direttore di Enaip Morbegno, Lecco e Monticello Brianza -, ma è solo l’inizio di un percorso che porterà la mostra nelle scuole e dentro le nostre comunità. Si è trattato di un lavoro meraviglioso e di una bellissima esperienza di vita per noi di Enaip, Brian Pace, Claudia Del Barba e Andrea Savi, per il docente del corso e Enaip Domiziano Lisignoli e, ultimi, ma non ultimi, i detenuti che vi hanno partecipato. Noi abbiamo appreso molto da loro e loro si sono impegnati a seguire il corso da 60 ore. Ringraziamo la struttura carceraria, il direttore, il comandante della Polizia penitenziaria, l’educatrice, gli agenti per aver supportato questa proposta e, ora, le fotografie giungeranno nella nostra scuola per essere esposte dalle 17 alle 19 di giovedì, con ingresso libero».

Crede molto in questo progetto Donegà ed Enaip tutta, di cui era presente, a Sondrio, domenica, anche Giovanni Colombo, direttore di Enaip Lombardia «anche perché - dice Donegà - siamo impegnati ogni giorno a far vivere a scuola la Costituzione che parla del dovere di contrastare le diseguaglianze e di vedere il carcere come luogo dove provare a rialzarsi dopo aver sbagliato, riprendersi in mano la vita e la dignità e questo percorso va incoraggiato».

Molto soddisfatte di aver appoggiato il progetto anche le referenti di Pro Valtellina onlus, Valeria Garozzo, consigliere, e Lucia Foppoli, segretario generale, presenti all’inaugurazione in via Caimi.

«Conosciamo la realtà del carcere, per cui abbiamo potuto dare anche un parere tecnico al progetto e siamo contente di averlo sostenuto anche alla luce di questi risultati - ha detto Garozzo - . Noi puntiamo a migliorare la vita e il benessere delle nostre comunità e in queste rientrano anche quelle carcerarie. É giusto favorire la valorizzazione della persona detenuta ai fini rieducativi e questo progetto ci sembra davvero riuscito».

Ed hanno lasciato l’area detentiva per giungere in corridoio e assistere all’esposizione anche i due unici corsisti ancora in carcere.

«Per noi è stata una bella esperienza - hanno detto invitati dal loro docente Lisignoli - e abbiamo potuto capire, usando la macchina fotografica, che ci sono più punti di vista».

Anche per Lisignoli si è trattato di trasporre teoria e pratica in un ambiente del tutto nuovo, fuori dagli schemi «e non è stato facile anche per l’andirivieni continuo di detenuti, però, ce l’abbiamo fatta e sono molto soddisfatto».

Enaip ha in essere altri due momenti formativi ed altri ne seguiranno, mentre Maurizio Piasini, assessore in Comune a Sondrio, pure colpito dall’esposizione, ha dato la sua disponibilità ad ospitarla a Palazzo Pretorio, in città.

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