Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 13 Dicembre 2017
«Una cordata di cooperative
per i beni della Camagni»
Nessun’associazione è in grado da sola di rilevare il patrimonio
Resta incerto il futuro della fondazione: si studia una proposta condivisa
Potrebbe essere una cordata di cooperative e associazioni a rilevare i tre beni patrimoniali della fondazione Camagni di Tirano, l’ex cinema Italia in piazza Marinoni, la sede storica di via Visconti Venosta e l’ex colonia di Trivigno. È questa una della possibilità emerse nel primo incontro con gli enti affini alla Camagni attivi sul territorio (ovvero quelli che operano in ambito sociale) tenutosi nei giorni scorsi a Tirano dopo l’intenzione, manifestata dal presidente della fondazione Egidio Trisolini
«Abbiamo tenuto un primo incontro con alcune cooperative, associazioni e fondazioni e illustrato a loro lo stato di fatto – spiega Trisolini -. È emerso che nessuno è in grado di prendere autonomamente l’immenso patrimonio peraltro vincolato ad una destinazione di tipo pubblico e sociale. Le ipotesi sono due: la prima – ma la più difficile - è che sia un ente a ritirare il patrimonio e dismetterlo parzialmente, cioè venderne una parte per sistemarne un’altra. La seconda strada sarebbe quella che più enti si uniscano per elaborare una proposta condivisa». Il comitato di gestione della Camagni ha lasciato qualche giorno di tempo agli interessati per trovarsi e valutare il da farsi. Prima di Natale l’intenzione è quella di convocare un nuovo incontro per tirare le fila e capire se ci sia la possibilità per la Camagni di avviarsi verso lo scioglimento lasciando i beni in buone mani. Se anche questa ipotesi non dovesse concretizzarsi, a quel punto si tornerebbe a quella iniziale, ovvero lo scioglimento e il conferimento degli edifici al Comune di Tirano, a fronte della disponibilità già espressa dal sindaco Franco Spada a farsene carico.
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