Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 14 Marzo 2021
Un sabato di corsa
prima della zona rossa
Code negli alimentari
Folla in centro, al mercato e davanti ai negozi. Si doveva aspettare per andare in banca o in macelleria
«Tutto questo lo pagheremo tra dieci giorni, come stiamo pagando il week end in zona gialla...». Le parole sconsolate di chi è chiamato a garantire ordine e sicurezza accompagnate dallo sguardo su una piazza Garibaldi gremita di gente come non se ne vedeva da tempo la dicono lunga sul sabato del villaggio, sulla vigilia del nuovo inasprimento delle misure per il contenimento dei contagi covid.
Ci sono le mamme e i papà che protestano contro la chiusura delle scuole, tutti rigorosamente accompagnati dai figli, ci sono i soliti frequentatori del sabato mattina, chi va avanti e indietro per la spesa e il giro al mercato e quanti abitualmente - che la zona sia gialla, arancione, arancione scuro non fa differenza - si ritrovano sui bordi della fontana davanti al teatro Sociale o intorno alla statua dell’eroe che guarda a Nord per una chiacchierata, una sigaretta o un caffè d’asporto, più spesso con la mascherina abbassata che calzata regolarmente su naso e bocca.
Forze dell’ordine
I tre lati della piazza sondriese sono presidiati da vigili, polizia e carabinieri che assistono immobili. Poco distante, nelle vie del mercato, in piazza Campello e davanti ai bar la scena si ripete uguale: capannelli di gente con il bicchiere, rigorosamente di carta o plastica in mano, e rigorosamente senza mascherina perché altrimenti come si fa a bere o a fumare.
Dopo un anno di restrizioni, di isolamento forzato, di viaggi e cene mancate, la percezione del rischio del contagio, che c’è, che continua ad esserci come dimostrano i numeri e le esperienze di chi si conosce o di chi si sa anche solo per sentito dire, ha lasciato spazio ad un più rassegnato fatalismo.
Anche i parchi
La gente ha riempito le strade, le piazze, le vie delle città e anche i parchi gioco che l’arancione rafforzato avrebbe dovuto vietare e che invece sono sempre pieni di bambini sulle altalene. Ma d’altro canto la settimana è andata tutta così: chiusi in casa solo bambini e ragazzi costretti alla didattica a distanza, tutto il resto del mondo in giro come se il virus riguardasse solo gli altri, qualcun altro.
L’annuncio del venerdì delle misure più drastiche da applicare a partire dal lunedì non ha migliorato la situazione trasformando il fine settimana in una sorta di giostra impazzita su cui salire a tutti i costi per un ultimo giro. La tenuta psicologica collettiva è evidentemente al collasso.
Se ne sono accorti anche gli esercenti dei negozi di generi alimentari. «Siamo sempre rimasti aperti - dicevano ieri dal supermercato Carrefour di piazzale Merizzi -. In tutto questo anno di emergenza non è mai venuta meno la possibilità di fare la spesa eppure stamattina c’è un caos da ultimo giorno di apertura. Abbiamo dovuto chiudere svariate volte le porte per evitare gli assembramenti. Una cosa incredibile». Code anche davanti alle macellerie, quelle più “gettonate”. «Sono scappato, troppa gente» racconta un giovane uomo fuggito alla fila chilometrica davanti al negozio di Albosaggia.
«E stamattina c’era da aspettare anche per andare in banca» raccontavano dalla galleria Campello dove, all’ingresso, ha sede uno degli sportelli della Banca Popolare di Sondrio. «Se andiamo avanti così non ne usciamo più» scuote la testa una giovane donna guardandosi intorno all’uscita dal bar del centro dove ha appena preso il caffè d’asporto.
Le strade dove ci sono le bancarelle del mercato settimanale sono gremite. Ai banchi si acquistano frutta e verdura, ma anche fiori e qualche capo di abbigliamento. Gli ultimi prima della serrata.
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