Un etto di cocaina nel vano portaoggetti dell’auto: condanne pesanti per due dominicani e una 46enne di Sondrio

A inizio giugno del 2023 erano stati tratti in arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, trovati con quasi cento grammi di cocaina in auto. E ora è arrivato il momento delle condanne, anche piuttosto pesanti, per due uomini di origini dominicane, Ervin Ricardo Disla Loudior, 42 anni, senza fissa dimora, e Manuel Emlio Nivar Doseis, di 24 anni, residente a Cantù in provincia di Como; e per Cinzia Rocca, 46 anni, nata e residente a Sondrio.

I tre erano stati fermati attorno alla mezzanotte di sabato 3 giugno all’ingresso del capoluogo valtellinese dai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Sondrio, impegnati in un posto di blocco promosso nell’ambito dei servizi di prevenzione, sicurezza e controllo alla circolazione stradale. I militari avevano prima accertato che uno dei due stranieri, Disla Loudior, era irregolare sul territorio nazionale, poi avevano deciso di perquisire l’auto, di proprietà e condotta dalla sondriese. E avevano trovato poco meno di un etto di cocaina, 97,7 grammi, con oltre 60 grammi di principio attivo e da cui si sarebbero potute ricavare 411 dosi. La droga era custodita nel vano portaoggetti sul lato passeggero della vettura. Accanto alla cocaina c’era anche un coltello da cucina con lama lunga 19,5 centimetri, e per questo motivo tutti sono stati accusati anche di aver portato fuori dalla propria abitazione senza giustificato motivo uno strumento da taglio atto ad offendere. Per quanto riguarda, però, questo reato, sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

Sono stati condannati, invece, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre imputati hanno chiesto e ottenuto di essere processati con rito abbreviato, che garantisce lo sconto di un terzo sulla pena. Cinzia Rocca e Ervin Ricardo Disla Loudior, quest’ultimo attualmente agli arresti domiciliari, sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione e al pagamento di 12mila euro di multa; mentre Manuel Emlio Nivar Doseis, l’unico a cui il giudice per le indagini preliminari Antonio De Rosa non ha concesso le attenuanti generiche, è stato condannato a 4 anni di reclusione e al pagamento di 18mila euro di multa. Solo quest’ultimo, che attualmente è detenuto in carcere a Sondrio per altra causa, è stato dichiarato interdetto per 5 anni dai pubblico uffici. Tutti dovranno pagare le spese processuali e quelle di mantenimento in carcere durante la custodia cautelare.

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