Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 23 Maggio 2021
Un anno fa meno malati gravi
«È l’effetto delle nuove varianti»
Il cardiologo Cucchi ha messo a confronto i principali parametri legati al contagio. Nel maggio 2020 più bassi i ricoveri in Terapia intensiva e il numero di positivi. Più alte le morti
La campagna vaccinale sta procedendo e gradualmente il Governo sta allentando le misure di contenimento del virus, si sta tornando lentamente alla normalità. Verrebbe da pensare che rispetto ad un anno fa la situazione sia migliorata, e anche sensibilmente, che siano diminuiti i contagi e, soprattutto, i pazienti ricoverati in Terapia intensiva.
Ma non è così, anzi: se paragoniamo i dati del 21 maggio 2020 a quelli del 21 maggio 2021 quello che salta all’occhio è un aumento dei casi di positività al Covid-19 e delle persone, sempre più giovani, che si trovano in ospedale in Rianimazione.
Un confronto che fa davvero impressione. Partiamo proprio dai dati, regionali e nazionali. In Lombardia un anno fa, il 21 maggio, erano 226 i pazienti che occupavano letti nelle Terapie intensive, mentre due giorni fa erano 308, 86 in più, con un aumento del 36%. Ancor più sorprendente il dato nazionale: in Italia il 21 maggio dell’anno scorso si contavano 640 posti occupati nei reparti di Rianimazione degli ospedali Covid, 829 in più un anno dopo, ben 1.469, un aumento del 129%.
La riflessione sui dati parte dal cardiologo sondriese Gianfranco Cucchi, che in questo anno sta analizzando i numeri dell’emergenza sanitaria cercando di trovare qualche risposta ai tanti quesiti emersi dall’inizio della pandemia.
E i quesiti nascono spontanei dal confronto dei dati. E se quello delle persone ricoverate in Terapia intensiva è forse il più allarmante, altri sono i parametri che fanno segnare un aumento anche più marcato, come gli attualmente positivi e i nuovi contagi. In questo caso l’incremento potrebbe essere in parte giustificato da un numero maggiore di tamponi effettuato oggi rispetto all’anno scorso. In Lombardia un anno e due giorni fa le persone positive al coronavirus erano 26.715, dodici mesi dopo quasi diecimila in più, 36.221, con un aumento del 35%. Addirittura del 378% l’incremento a livello nazionale: si è passati da 60.960 a 291.788, oltre 230mila positivi in più.
E ancora: i nuovi casi registrati in Lombardia il 21 maggio 2020 furono 316, lo stesso giorno del 2021 847, ossia 531 in più, un aumento del 168%. In Italia la differenza è davvero enorme: si è passati da 642 a 5.218, più 712%.
Più confortanti i dati relativi ai pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, ma non intubati. Nella nostra regione sono scesi notevolmente in dodici mesi, passando da 4.119 a 1.662 (meno 2.457, quasi il 60%); sono sostanzialmente stabili, invece, a livello nazionale, erano 9.269 il 21 maggio 2020 e 9.925 un anno dopo, un aumento del 7%.
A scendere, in Lombardia e in Italia, è fortunatamente il numero di decessi: in una giornata sola un anno fa nella nostra regione le vittime del Covid-19 furono 65, mentre venerdì sono state 11; a livello nazionale il 21 maggio dell’anno scorso morirono 156 persone, due giorni fa, invece, 133.
«Se l’aumento di nuovi tamponi risultati positivi e dei contagi attuali può essere, anche se solo in parte, dovuto ad un maggior numero di test, a sconcertare è l’incremento di pazienti che versano in gravi condizioni - commenta Gianfranco Cucchi -. Non solo, i ricoverati in Terapia intensiva, un anno fa soprattutto ultra settantenni, ora sono più giovani, per lo più persone tra i 50 e 60 anni. Certo, c’è da dire che ora molti anziani sono vaccinati, a maggio del 2020 non lo erano, ma è comunque significativo che dodici mesi fa le persone più giovani si ammalassero meno. La spiegazione di questo è da cercare nella presenza delle nuove varianti del virus, in particolare la più diffusa, quella inglese, che, evidentemente, creano maggiori problemi a chi è più giovane».
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