Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 13 Ottobre 2016
Uccise a coltellate la nuora. Il 13 gennaio inizia il processo
Il gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura Spetta ora all’imputato scegliere se fare domanda per essere giudicato con rito abbreviato
Le prove ormai sono evidenti e il sostituto procuratore Giacomo Puricelli non ha avuto dubbi: giudizio immediato. Il caso è quello, drammatico, dello scorso 8 aprile, quando Enrico Simone Ferrari, un pensionato di Villa di Tirano, uccise la nuora Moira Giacomellia coltellate. Nei giorni scorsi il gip Carlo Camnasio ha accolto la richiesta del pm e ha anche fissato la prima udienza del processo: si svolgerà il prossimo 13 gennaio. Nel decreto che dispone il giudizio è contenuto anche l’avviso, rivolto all’imputato, di poter presentare la richiesta di giudizio abbreviato. La decisione spetta a Ferrari e ai suoi legali: si rinuncia al dibattimento, ma si ottiene lo sconto di un terzo della pena. Oggi l’uomo, che aveva 70 anni al momento del suo arresto, si trova nell’infermeria del carcere milanese di Opera. Dopo aver colpito a morte la nuora Moira Giacomelli, 43 anni, l’uomo si era consegnato spontaneamente ai Carabinieri, senza mai cercare di nascondere le proprie responsabilità e spiegando anche di aver agito sotto l’effetto dell’esasperazione per l’acuirsi di una lunga serie di tensioni familiari. Moira era rimasta vedova pochi mesi prima per l’improvvisa scomparsa di Simone Massimiliano, il figlio dell’omicida. Da quel momento aveva preso la decisione di lasciare la casa di Villa di Tirano nella quale aveva vissuto con il marito e i due figli piccoli. Non andava d’accordo con i suoceri e non aveva più alcun motivo per rimanere lì. Ai nonni paterni, però, l’idea di non vedere più i nipoti (nel frattempo affidati alla nonna materna) non andava proprio giù. Moira aveva deciso di tornarsene a Sant’Anna, sopra Sondrio, dove vive la sua famiglia di origine. Quella sera era tornata a Villa di Tirano per prendere alcuni vestiti che non aveva ancora avuto modo di portare con sè. Sulle scale aveva incontrato però il suocero e tra i due era nata una discussione, una delle solite. La cosa però non si era fermata alle parole grosse: accecato da uno scoppio d’ira Enrico aveva afferrato un coltello e aveva colpito più volte la nuora, lasciandola a terra senza vita in una pozza di sangue. Poco più tardi, dopo aver vagato senza una meta precisa in stato di choc, l’uomo aveva suonato alla porta dei Carabinieri di Tirano per confessare l’omicidio.
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