Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 26 Gennaio 2017
Tumore e prevenzione, ora le mammografie sono tridimensionali
Presentato ieri dalla Lilt il nuovo software. Con l’esame si ottengono immagini più precise. Ogni anno in provincia 150 casi di cancro al seno.
Con un nuovo software la Lilt di Sondrio trasforma il suo mammografo in un apparecchio all’avanguardia, capace di ottenere immagini più precise ed elaborazioni tridimensionali. Per le pazienti l’esame non cambia, ma i medici avranno a disposizione «informazioni molto più sofisticate e con maggiore sensibilità diagnostica», per individuare con precisione sempre maggiore anche i minimi segnali problematici.
Il presidente provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori Claudio Barbonetti ha presentato, ieri mattina in sede, il nuovo acquisto della Lilt, un pacchetto software che aggiorna e potenzia il nuovo mammografo di cui l’ente si è dotato l’anno scorso: «Con questo miglioramento tecnologico, la nostra diventa la prima macchina di questo tipo in Lombardia, la seconda in Italia dopo quella utilizzata ad Imola – ha sottolineato -, e ne siamo molto orgogliosi perché l’Emilia Romagna è una regione molto avanzata su screening e prevenzione. In provincia si contano circa 140 – 150 casi di tumore al seno ogni anno, con un’incidenza percentuale in linea con il Nord Italia, e conosciamo tutti l’importanza della diagnosi precoce».
Per questo la Lilt ha deciso di aggiungere i nuovi componenti al mammografo, con un investimento di circa 50mila euro per due sistemi software, “Prime” e “Insight 2d-3d”: il primo – come ha spiegato il tecnico Andrea Federico Barbonetti – consente di ridurre fino al 30% la quantità di raggi x impiegati per la mammografia senza peggiorare la qualità dell’immagine, mentre il secondo, in abbinamento con il sistema di tomosintesi di cui è stata dotata l’apparecchiatura, elabora immagini tridimensionali che possono essere ruotate al computer, per un’analisi più dettagliata.
«Con la stessa dose di raggi x di una “vecchia” mammografia – ha riassunto il presidente – abbiamo un esame che fornisce informazioni molto più sofisticate. Quando abbiamo acquistato il mammografo avevamo sottolineato l’importanza di scegliere un’apparecchiatura che consentisse miglioramenti e aggiornamenti, questo è un primo importante passo».
Negli ultimi sette anni la sezione provinciale della Lilt ha effettuato investimenti per «quasi un milione di euro», ha ricordato Barbonetti, fra ristrutturazione della sede e acquisto di apparecchiature e strumenti, «numeri rilevanti resi possibili dal sostegno della popolazione e di diversi enti». «Dobbiamo ringraziare la generosità dei valtellinesi e gli enti che fin dall’inizio ci sono stati vicini, cioè il Bim, la Fondazione ProValtellina e la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese – ha aggiunto il vice presidente Franco Fustella -, e insieme il nostro presidente, i dipendenti, i volontari per l’impegno. Il nostro punto di forza è la combinazione di un “brand” nazionale, visto che la Lilt è un ente pubblico a carattere associativo con una lunga storia, con l’autonomia gestionale della sezione a livello provinciale, per cui tutti i fondi raccolti vengono impiegati sul territorio».
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