Truffa telefonica, il racconto di un tentativo finito bene (per la vittima)

Tutto è iniziato con un sms della “Banca di Sondrio”

Sondrio

Sempre più spesso ci si trova a parlare e scrivere di truffe e tentati raggiri, le vittime sono più frequentemente persone anziane, ma non solo. E bisogna ammettere che a volte il pensiero, a tratti anche vagamente presuntuoso, è che a noi certe cose non capiterebbero, i truffatori non riuscirebbero mai a farci cadere nella loro trappola.

Ma non è sempre così, non è proprio così. Ho deciso, quindi, di raccontare come sono (quasi) finita nelle mani di persone senza scrupoli che hanno messo in atto una delle più frequenti truffe di questo periodo, cercando di avere accesso al mio conto corrente bancario; ben consapevole di apparire piuttosto sprovveduta e certamente poco attenta, nonostante abbia scritto decine e decine di volte di come evitare di finire vittima di truffe e frodi.

Tutto è iniziato con un sms, che appariva davvero somigliante a quelli che mi vengono inviati dalla banca locale presso cui ho il conto corrente. Addirittura, arrivato tra i messaggi ricevuti in passato senza dubbio proprio dalla banca. «E’ stata richiesta un autorizzazione (sì, l’errore grammaticale era ben visibile, anche se all’inizio non ho fatto molto caso) di pagamento da xxx euro. Se non sei stato tu contatta il servizio clienti». Seguiva un numero di telefono cellulare. Il primo campanello d’allarme era suonato, quel numero non mi convinceva. Ma mi sono detta, sbagliando, che una telefonata non avrebbe rappresentato un problema, in fondo non stavo cliccando su un link sospetto. A indurmi a telefonare a quel numero, nonostante non fossi convinta, non c’era solo il messaggio simile a tanti passati, e nella stessa conversazione avuta con l’Istituto bancario, ma anche una coincidenza: quella cifra, infatti, coincideva con l’importo di un abbonamento che avevo disdetto, un addebito che, se la disdetta non fosse andata a buon fine, sarebbe avvenuto proprio in questi giorni. E così ho chiamato il numero indicato, rischiando di farmi fregare. Ho capito, però, sin da subito che non poteva trattarsi di una comunicazione ufficiale della “mia banca” quando dall’altro capo del telefono un uomo, dal forte accento meridionale, mi ha parlato della “Banca di Sondrio”.

L’ho comunque lasciato parlare, mi ha detto che l’addebito risultava richiesto dalla provincia di Bari e mi ha chiesto se io mi trovassi da quelle parti. Mi ha poi assicurato che avrebbe potuto bloccarlo, sarebbe bastato che io avessi effettuato un accesso all’home banking per riferire l’ultimo addebito che risultava sul conto. Ovviamente non l’ho fatto, ho detto chiaramente al finora gentile signore che avevo più di un dubbio sulla procedura. E lui, dopo aver cercato di convincermi che non avevo nulla da temere, perché non mi avrebbe chiesto alcun dato sensibile, ha capito che non avrei abboccato all’amo. Così, dopo una molto poco elegante imprecazione, ha chiuso la telefonata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA